Antonuzzo: "Sindaco sia leader vero, civismo soppiantato dalle truppe dei partiti"

Un monito, probabilmente, rivolto al sindaco e a tutti gli alleati, che arriva da quella che doveva essere la base politica del "modello Gela"

13 maggio 2025 14:00
Antonuzzo: "Sindaco sia leader vero, civismo soppiantato dalle truppe dei partiti" - Antonuzzo durante un dibattito sul civismo
Antonuzzo durante un dibattito sul civismo
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Gela. Il civismo sul territorio sta cercando di darsi una linea di ordine politico, soprattutto nell'area progressista. La coalizione del sindaco Di Stefano, in città e in provincia, si fonda prevalentemente su entità di centrosinistra e appunto civiche, tra tutte il gruppo di "Una Buona Idea", la casa del primo cittadino. I risultati delle provinciali, più di qualche veleno interno e scadenze amministrative che vanno osservate senza se e senza ma, qualche riflessione la impongono. Tra i civici della prima ora, ci sono gli esponenti di "Idee e partecipazione". Hanno supportato il "modello Gela" del sindaco, con candidati alle amministrative collocati anche nella lista autonomista. Nella fase successiva, dopo la vittoria, hanno fatto da anello di congiunzione per iniziare a costruire il laboratorio fuori da partiti, territoriale, senza mai rinnegare il dialogo con le sigle ufficiali. Da ultimo, le interazioni con esperienze come "Futura" a Caltanissetta e il gruppo del sindaco di Palermo Lagalla, portano la loro firma. L'andazzo che ne è scaturito sicuramente non li soddisfa. "Io spero che il sindaco Di Stefano dimostri veramente una leadership forte - spiega Emanuele Antonuzzo di "Idee e partecipazione" - purtroppo, sta mancando una visione di città, una prospettiva. Dove sono i temi? Noi ci abbiamo messo la faccia, alle amministrative, senza mai chiedere nulla in cambio né lo faremo adesso. Però, il civismo non può basarsi solo sui numeri. C'è stato un iniziale tentativo del sindaco di mantenere legami con chi lo ha sostenuto ma poi è prevalsa la logica delle truppe cammellate, dei partiti, con i rispettivi rappresentanti, e dei numeri. Dispiace, perché siamo stati noi a garantire i contatti con altre esperienze civiche sul territorio, quando ci è stato chiesto". Quella di Antonuzzo è una disamina piuttosto amara, un'ombra sul "modello Gela", che probabilmente stenta a ritrovare lo spirito dell'agorà dello scorso anno. "Leggo di appelli a rilanciare l'agorà che arrivano però da chi la abbandonò, andando a sostenere coalizioni avverse a quella del sindaco - aggiunge - la prospettiva deve essere la città e non la costruzione dell'alternativa al presidente Schifani, per le regionali. È assurdo pensare che un'alternativa regionale parta da un modello amministrativo che si è affermato a Gela. I cittadini hanno bisogno di risposte mentre stiamo perdendo un'altra estate, che trascorrerà ad esempio senza musei". Qualche analisi interna se la sarebbe aspettata pure dai partiti, facendo intendere che non ci sono legami diretti, soprattutto con gli autonomisti. "Spiace che l'Mpa non abbia avuto bisogno di analizzare le ragioni alla base del mancato superamento della soglia necessaria per avere la rappresentanza in consiglio comunale - precisa - noi abbiamo dato il nostro contributo ma non c'è stato nessun dibattito interno, neanche quando si è trattato di indicare l'assessore. Le mie non sono critiche finalizzate alla rappresentanza. Andiamo avanti con le nostre idee e con i contatti regionali che riusciamo ad avere e con i quali interagiamo da anni". Un civismo fatto di numeri e di mero peso politico tende a snaturare l'identità prioritaria, ovvero di coinvolgimento dei cittadini nel percorso per la città. Un monito, probabilmente, rivolto al sindaco e a tutti gli alleati, che arriva da quella che doveva essere la base politica del "modello Gela".

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