Gela. “Un voto pienamente democratico”, così spiega chi ha partecipato all’assemblea dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, riunitasi oggi nonostante la decisione della prefettura di Caltanissetta che ha disposto la cancellazione dall’elenco provinciale. L’antiracket locale intende andare avanti per continuare a dare un sostegno ad imprenditori ed esercenti che hanno denunciato e che si fidano di chi gli è stato vicino. Ora, è stato scelto il nuovo consiglio direttivo. Sono stati sessantatré i votanti e visti gli accadimenti degli ultimi mesi c’era chi si aspettava una partecipazione anche inferiore. I componenti eletti del nuovo consiglio direttivo sono Nunzio Gangi, Emanuele Lionti, Nicoletta Vitale, Salvatore Legname, Giuseppe Romano, Paolo Maganuco, Salvatore Di Trio e Massimo Provenzano. Del consiglio direttivo fa parte di diritto Franca Evangelista, vedova del commerciante Gaetano Giordano e da sempre impegnata nella lotta al racket delle estorsioni in città. Lunedì, nel corso della prima riunione del nuovo consiglio direttivo, saranno individuate le diverse cariche, a partire da quelle di presidente e vicepresidente. Dopo le dimissioni di Renzo Caponetti, c’era stato un breve periodo di reggenza dell’imprenditore Domenico Lorefice, che a sua volta scelse di lasciare. E’ stata poi la volta di Alfonso Peritore che ha condotto l’associazione fino alla decisione della prefettura. L’inchiesta che interessa lo storico presidente Caponetti ha aperto una serie di verifiche che lo scorso anno hanno condotto la prefettura di Caltanissetta a sospendere l’iscrizione dell’antiracket locale dall’elenco provinciale. Successivamente, è stata reinserita mentre in settimana è giunta la cancellazione. Le ragioni della decisione vengono del tutto disconosciute dai componenti dell’antiracket locale che parlano di “piena trasparenza”. Nessuno intende sganciarsi dal lavoro fatto negli anni dall’ex presidente Caponetti, che ha aperto la strada delle denunce contro gli estorsori, in gran parte affiliati ai clan di mafia locali. Chi crede ancora nell’azione dell’antiracket in città è convinto che l’associazione possa riprendere a lavorare sul territorio, anzitutto per non lasciare sole le vittime che decisero di fare il passo della denuncia proprio perché certi di avere un sostegno. L’antiracket “Gaetano Giordano” nel tempo è stata pienamente riconosciuta anche in altre zone dell’isola e non solo.
L’inchiesta su Caponetti e quella che ha toccato un altro storico pilastro, l’imprenditore Giovanni Salsetta, hanno fatto calare le prime ombre e la prefettura ha iniziato a compire accertamenti. Il nuovo corso vuole ripartire dalle origini, senza dimenticare il lavoro fatto. Da quanto emerge, non è esclusa l’ipotesi di un eventuale ricorso al Tar, contro la decisione della prefettura. Sono considerazioni che verranno fatte non appena la struttura interna sarà completa, con tutte le cariche previste.