Gela. Dopo il quasi totale azzeramento e la ripresa delle attività, l’associazione antiracket locale prosegue l’attività e il presidente Salvino Legname non intende rimanere passivo davanti a critiche o dubbi alimentati da chi fu tra i padri del movimento locale. “In città, l’associazione antiracket ha radici profonde e continua a lavorare con il massimo riserbo su diversi dossier, per il bene di questo territorio. Se qualcuno ha scelto di andare via, senza dare alcuna spiegazione e senza avere avuto il coraggio di guardarci negli occhi – dice Legname – certamente bisogna chiederlo al presidente della Fai Luigi Ferrucci e al signor Tano Grasso, che inspiegabilmente ha lavorato sotto traccia per distruggere l’immagine dell’eroica associazione antiracket territoriale. Ricordo a questi due signori, che l’ex presidente Renzo Caponetti non fa più parte di questa associazione, almeno fino a quando non sarà scagionato dalle accuse che gli sono state fatte, ma che da alcuni mesi sussiste una nuova dirigenza, votata democraticamente dai soci e ciò è testimoniato dalla presenza di giornalisti, i quali hanno assistito alle votazioni”.
Legname si è messo in prima fila e chiede rispetto per quanto sta facendo l’associazione, nonostante le decisioni assunte dalla prefettura di Caltanissetta. “Chiedo il massimo rispetto nei confronti di uomini e donne, che pur rischiando di persona, hanno prodotto tantissime denunce, facendo arrestare centinaia di mafiosi. Per quanto riguarda la carica del nuovo presidente della Fai Sicilia, faccio a lui i miei più cordiali e sinceri auguri, con la consapevolezza che i nostri territori hanno un estremo bisogno di persone degne e leali, che si spendano a difesa delle proprie comunità – aggiunge Legname – che devono assolutamente essere invogliate e garantite nella denuncia di atti criminali, compiuti prepotentemente dalle consorterie mafiose e non solo. Ovviamente, non considero assolutamente il signor Terranova un concorrente dell’associazione antiracket di Gela ma piuttosto penso che in ogni città della Sicilia dovrebbe nascere un’associazione antiracket, capace di tutelare a trecentosessanta gradi tutti i cittadini colpiti da ingiustizie mafiose, ma anche da altre tipologie di illegalità che colpiscono e calpestano la dignità dei cittadini”.