Gela. I giudici del Tribunale amministrativo di Palermo non hanno accolto la richiesta di sospensiva avanzata dai legali della locale associazione antiracket. Il Tar si è espresso sulla scorta dell’iniziativa avviata proprio dal nuovo corso dell’antiracket. Attraverso la sospensiva, è stato chiesto di “congelare” gli effetti del provvedimento di inizio febbraio che ha cancellato l’associazione dall’elenco della prefettura di Caltanissetta. Una decisione che il presidente Salvino Legname e i componenti degli organi direttivi ritengono del tutto ingiustificata e di conseguenza anche illegittima. I giudici del Tar, nell’ordinanza emessa, confermano invece le ragioni già esposte dalla prefettura e allo stesso modo ribadiscono il contenuto degli atti che hanno preceduto il relativo decreto. “Non sussistono i presupposti per la concessione dell’invocata misura cautelare attesa la carenza del prescritto fumus boni iuris in quanto, dalle vicende narrate in fatto e analizzate dalla Prefettura di Caltanissetta ai fini dell’emissione del decreto n. 6655/23, effettivamente emerge una situazione di confusione nell’assetto associativo che, quantomeno prima facie, giustifica l’atteggiamento rigoroso adottato dall’amministrazione”, così riporta la decisione. L’antiracket locale, ripartita senza la storica denominazione in memoria di Gaetano Giordano (la vedova ha lasciato l’associazione chiedendo che non si usasse più il richiamo al commerciante ucciso dalla mafia), si è data una diversa organizzazione. Lo scorso anno, l’inchiesta che ha toccato lo storico presidente Renzo Caponetti e la consorte ha rivoluzionato interamente gli assetti e fatto partire una serie di accertamenti. Legname, fin dall’insediamento, ha però rilanciato l’azione sul territorio, indipendentemente dalla cancellazione decisa dalla prefettura. Gli associati stanno lavorando vicino agli esercenti e a chi si ritiene vittima di ingiustizie.
I magistrati amministrativi scrivono però che i dubbi sollevati dalla prefettura devono ritenersi fondati. “Va aggiunto che dagli atti depositati, ed in particolare dalla nota dell’11 gennaio 2023 inviata al Prefetto, dal report dell’assemblea dei soci del 10 gennaio 2023 (atti a firma del Rag. Peritore, quale Presidente uscente dell’Associazione), nonché dai messaggi chat tra gli associati depositati dalla ricorrente, si evince il deficit di democraticità che avrebbe caratterizzato il funzionamento degli organi associativi negli ultimi mesi e su cui si concentra il provvedimento prefettizio”, è riportato nelle motivazioni. “Penso che la democrazia sia molto in pericolo – dice Legname commentando quanto deciso dal Tar – stiamo valutando gli atti insieme ai nostri legali”. Nel giudizio si sono costituiti sia la prefettura che il Ministero dell’interno, attravero l’Avvocatura dello Stato.