Gela. Per il blocco politico di maggioranza (per ora piuttosto granitico), quella di martedì è stata una “seduta inutile”. Il drappello d’opposizione ha chiesto e ottenuto la convocazione di un consiglio comunale monotematico sulla situazione finanziaria dell’ente. Alla fine, il dirigente al bilancio Alberto Depetro ha tratteggiato i contorni di una situazione finanziaria dell’ente certamente non immune da macchie, ma comunque solida. La maggioranza ha bocciato pure l’atto d’indirizzo presentato dai banchi avversi. Un atteggiamento che non piace ai consiglieri d’opposizione, questa volta tutti compatti nel denunciare “le ingiuriose affermazioni, sicuramente non scevre da preconcetti e valutazioni politiche – scrivono in una nota congiunta – affatto coerenti con i valori della democrazia e del libero dibattito, oltre che lesive della dignità stessa dei consiglieri comunali”. Da quando si sono insediati, lo spazio politico destinato al gruppo di centrodestra (composto dagli esponenti di “Avanti Gela”, Fratelli d’Italia, Lega e Udc), alla grillina Virginia Farruggia e all’indipendente Paola Giudice è del tutto residuale. La presentazione del ricorso contro l’esito elettorale ha inasprito la strategia della maggioranza, che si è compattata chiudendo ogni tipo di dialogo. Quelli dell’opposizione, però, mal sopportano il “fortino” politico dei consiglieri del sindaco Lucio Greco, soprattutto quando vengono tacciati di aver fatto spendere denaro pubblico per una “seduta inutile”. “La seduta di consiglio comunale è stata resa “inutile” dai colleghi di maggioranza che, arroccandosi su posizioni preconcette, non hanno inteso partecipare al dibattito preferendo piuttosto astenersi dal proporre modifiche o integrazioni all’atto di indirizzo proposto da noi consiglieri di minoranza – continuano – è bene chiarire alla città che non si trattava di un atto blindato, ma si è detto chiaramente che, come minoranza, eravamo aperti al confronto su eventuali integrazioni provenienti dai consiglieri di maggioranza e ciò con l’esclusivo fine di lavorare per il bene della città”.
Quella che viene descritta quasi come una “dittatura” della maggioranza, ha messo all’angolo i pochi esponenti d’opposizione, decisamente minoritari anche a seguito di una legge elettorale che dà tutto in mano al sindaco e al suo gruppo politico. “Seppure ormai lanciatissimi sulla strada dell’autarchia e del rifiuto del dibattito democratico, teniamo a precisare – concludono – agli illustri consiglieri di maggioranza le nostre proposte per un risparmio vero per le casse comunali, suggerendo al presidente del consiglio di farsi parte attiva per convocare i consigli ordinari nelle ore mattutine; invitare i presidenti delle commissioni a convocare le sedute a conclusione dei loro orari lavorativi, così da far risparmiare al Comune un oneroso rimborso; di non applicare la nuova normativa regionale che prevede due nuovi assessori, che però non graveranno sulla Regione ma sui costi del Comune e sarà il sindaco a ritagliare da altre voci di bilancio i soldi necessari a pagare i loro stipendi, a meno che non voglia rinunciare alle nuove nomine visto che la legge parla di facoltà e non di obbligo. Infine si potrebbe sensibilizzare qualche consigliere comunale non residente in città, a rivedere la propria posizione per evitare un oneroso rimborso che peserà tantissimo sulle casse comunali”.