Gela. “Troppo restrittiva la valutazione ambientale al piano regolatore generale? Per nulla, anzi è fin troppo flessibile e non tiene conto d’importanti discipline in materia. I consiglieri comunali
che hanno presentato ricorso perché temono il blocco dell’economia locale si sarebbero dovuti occupare ben prima del rispetto delle norme. Si sarebbero dovuti chiedere come mai il nuovo prg non tenga in considerazione il piano di risanamento ambientale del 1995 o il piano di gestione dei vincoli sic e zps”.
L’esponente della sezione locale della Lipu Emilio Giudice sfata le preoccupazioni che, negli scorsi giorni, sono state sollevate da buona parte dei componenti del civico consesso, secondo i quali la valutazione ambientale al piano regolatore generale, ancora in fase di approvazione, bloccherebbe lo sviluppo agricolo e industriale della città.
“Vorrei ricordare, solo per fare un esempio – continua – che il piano di risanamento ambientale della città, risalente al 1995, prevede una riduzione dell’espansione urbanistica davanti ad un evidente calo della popolazione. Invece, in questi anni, si è fatto tutto il contrario, con tanto di continue varianti che hanno permesso la realizzazione di diversi progetti edilizi”.
E il temuto blocco della serricoltura o dei pozzi per la raccolta dell’acqua? “Sono problemi che non esistono – ammette lo stesso Giudice – la Vas avrebbe dovuto escludere la realizzazione di nuove serre o, al massimo, la delocalizzazione di quelle già esistenti in altre zone. Al momento, si rischia la procedura d’infrazione europea. Mi verrebbe da chiedere come mai il progettista incaricato dal comune non abbia preso in considerazione questi elementi? Evidentemente, ci sono state forti pressioni anche in fase di definizione di questa Vas”.