PALERMO (ITALPRESS) – Anche a Palermo e nella Sicilia occidentale sono riusciti con successo i primi interventi con l’applicazione di un impianto cocleare che cura i pazienti affetti da sordità profonda. Un sistema che viene applicato a tutti quei casi per i quali le classiche protesi non sortiscono gli effetti sperati. Ad eseguire le operazioni è stato un team composto da più professionisti che hanno l’obiettivo di riuscire a curare il maggior numero di pazienti e di estendere nel più breve tempo questo tipo di intervento anche ai bambini per venire incontro alle numerose richieste che pervengono dal fronte pediatrico. “Per raggiungere questo traguardo abbiamo affrontato un lungo percorso – spiega l’otochirurgo Francesco Dispenza, che ha eseguito i primi interventi -. Queste le tappe: l’identificazione di una struttura per effettuare questo tipo di intervento, che richiedeva una serie di prerogative che possiede il Policlinico, e poi l’avvio a livello regionale di un iter per fare riconoscere il nostro centro come punto di riferimento nella Sicilia occidentale per questo tipo di intervento”. Fin qui, quattro gli interventi perfettamente riusciti, ma i prenotati sono già quindici.“L’impianto cocleare – spiega Dispenza – non è altro che il posizionamento di un elettrodo all’interno dell’orecchio del paziente che non ha più la capacità uditiva, ed esternamente l’applicazione di un processore che riceve il suono e lo trasforma in impulso affinchè l’elettrodo possa stimolare direttamente il nervo”.Il team è composto da professionisti che seguono il paziente da prima dell’intervento fino al completamento di tutto il percorso che li porterà nuovamente ad acquisire l’udito: “Il chirurgo dell’orecchio si occupa di eseguire l’intervento e impiantare materialmente l’elettrodo nel paziente – prosegue Dispenza -. Poi vi sono tutti quei soggetti che seguono il paziente nel tempo: un centro di audiologia per eseguire mappaggi e verifiche postoperatorie, la figura di un logopedista che si occupa della riabilitazione del paziente sordo, sia adulto che bambino, e un centro di neuro-radiologia che permette la preparazione del paziente nel pre-operatorio e di verificare il corretto posizionamento dell’impianto dopo l’intervento”.Per il futuro obiettivi chiari: “Vogliamo soddisfare la richiesta che c’è per l’applicazione di questo dispositivo ed evitare che i pazienti debbano emigrare fuori regione con tutti i disagi che questo può comportare – sottolinea Dispenza -. Nel lungo periodo vogliamo aumentare il numero di interventi e quindi completare il fabbisogno regionale e includere in questo fabbisogno anche la popolazione pediatrica che non è una popolazione di numero indifferente”.“Tutto questo – conclude Dispenza – è stato possibile grazie all’impegno della direzione del Policlinico che ha creduto fortemente in questo progetto e anche nella partecipazione attiva del professore Salvatore Gallina, direttore dell’unità complessa di otorinolaringoiatria, della quale faccio parte, che si è impegnato in prima persona affinchè questo progetto potesse realizzarsi”.(ITALPRESS).