Amore criminale, l’ossessione di Greco sfociata nell’omicidio-suicidio

 
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Gela. Una relazione sentimentale finita nel sangue. L’omicidio suicidio di ieri pomeriggio ha lasciato Gela sotto choc. Sembrava una domenica di luglio come molte altre. Strade vuote, gente stipata come sardine in spiaggia a godersi sole e mare.

Lo squarcio delle sirene nel primo pomeriggio ha lasciato intendere che qualcosa era accaduto. La conferma del dramma intorno alle 18,30. Un sorvegliato speciale, Salvatore Greco di 54 anni, ha ucciso a colpi di pistola una donna, Maria Nastasi, di 46 anni. Poi, forse colto dai sensi di colpa, si è a sua volta ucciso, sparandosi un colpo di arma da fuoco alla tempia. E’ morto durante il trasporto in un ospedale di Palermo, dove era stato trasferito in condizioni disperate con una ambulanza.

La ricostruzione. Non è ancora ben chiaro cosa sia scattato nella mente di Salvatore Greco, che ieri pomeriggio ha raggiunto insieme alla donna a bordo di una Fiat Panda (di proprietà della Nastasi) un casolare di campagna ad una decina di chilometri dal centro abitato di Gela, all’interno della zona industriale di Gela. Non è da escludere che i due cercassero un po’ di intimità o quantomeno un chiarimento lontano da occhi indiscreti.

L’omicidio. Una volta giunto sul posto, i due avrebbero litigato furiosamente. Le vere cause forse rimarranno per sempre sconosciute. Salvatore Greco ha estratto una pistola calibro 38 ed ha sparato alla donna, raggiunta da almeno tre colpi al petto, alla testa ed al mento. Dopo aver ucciso Maria Nastasi, Greco ha tentato di fuggire a bordo della sua utilitaria. Ha percorso pochi chilometri, in direzione di Niscemi. Era probabilmente sconvolto e con il trascorrere dei minuti si è reso conto di quello che aveva combinato. L’uccisore ha iniziato a sbandare con la macchina della Nastasi, finendo dentro un piccolo dirupo. L’auto si è ribaltata ma Greco era riuscito ad uscirne quasi illeso. Benchè contuso ha percorso una strada in salita a piedi per alcune centinaia di metri, poi ha chiamato i carabinieri informandoli dell’omicidio: “C’è una donna morta in un casolare di campagna nella zona industriale”, ha detto al centralinista che ha preso la telefonata. Ha avuto anche il tempo di chiedere un po’ d’acqua ad alcuni passanti, che mai avrebbero pensato di trovarsi davanti un assassino.

Il suicidio. Dopo essersi allontanato, ancora a piedi, ha deciso di farla finita: ha estratto la calibro 38 e si è sparato alla tempia. Un colpo solo. I carabinieri hanno faticato non poco per trovare il casolare in cui era avvenuto l’omicidio. Quando sono giunti sul luogo del delitto hanno trovato Maria Nastasi dentro il rudere priva di vita. Poi hanno cercato l’uccisore, trovandolo in una pozza di sangue qualche chilometro distante dal luogo del delitto.

Le indagini. I soccorsi non hanno potuto sottrarlo alla morte. Salvatore Greco è deceduto durante il trasporto in ambulanza all’ospedale di Palermo. Maria Nastasi era vedova. Aveva perso diversi anni fa il marito, un carabiniere che prestava servizio a Licata. La donna aveva continuato a vivere a Gela insieme ai due figli maschi. Per mantenere la famiglia lavorava come in una pizzeria “Speedy pizza”) di via Venezia. Salvatore Greco andava spesso a trovarla. Era stato tanti anni in carcere per via dei suoi precedenti penali e nel 2009 era stato arrestato dopo un breve periodo di latitanza in un casolare proprio nei pressi del luogo del delitto di ieri.

Sino a tarda sera il comandante del reparto territoriale dei carabinieri di Gela, Alessandro Magro, e il sostituto procuratore Elisa Calantucci, hanno interrogato familiari e conoscenti delle due vittime, cercando di capire se in effetti vi fosse in atto una relazione sentimentale finita nel sangue.

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