Gela. “Nel territorio del Comune di Gela sono state individuate 17 aree a diverso grado di rischio idrogeologico e circa 63 dissesti censiti. A rischio la strada statale e la linea ferrata di collegamento col capoluogo etneo, oltre a tratti di gasdotto ed alcuni tratti di acquedotto”.
Ad affermarlo è Giuseppe Collura, presidente A.Geo.Cl (Associazione Geologi delle Provincia di Caltanissetta) che ha diramato i dati del Piano assetto Idrogeologico (Pai), durante il corso di aggiornamento professionale “Valutazione dei rischi aspetti geologici, ingegneristici e geotecnici”, patrocinato dall’ordine regionale dei geologi con il contributo scientifico di docenti dell’università di Palermo e Kore di Enna.
Il corso era rivolto agli operatori del territorio, ai funzionari delle amministrazioni, ai tecnici ed in particolare ai geologi, ed agli ingegneri ed architetti. ”Per quanto riguarda il rischio idraulico – prosegue Collura – emergono grosse criticità che coinvolgono le aree di Settefarine, Margi, tutti i quartieri a nord e le infrastrutture del territorio.
Per citarne alcuni: il ponte ferroviario posto sul torrente Gattano e tutti I ponti sulla strada ss 115, che ormai rappresenta una barriera allo smaltimento delle acque provenienti da monte. Negli ultimi anni la fascia a sud della ss 115 è stata quasi totalmente edificata con villette ed insediamenti abitativi. Ad oggi le acque che arrivano da monte trovano alvei dei Torrenti completamente interrati e di fatto inesistenti fino alla statale, su cui poi i ponti sottodimensionati fanno il resto, sfociando in episodi di cronaca nera, come la morte di Nunzio Incardona, cittadino di Gela, ha perso la vita lo scorso anno trascinato dalle acque del torrente Valle Priolo.
Ancora oggi frequenti allagamenti si verificano in contrada Spina Santa, a causa della cattiva regimentazione delle acque del torrente Valle Priolo, il cui alveo in alcuni tratti risulta completamente ostruito”.