Gela. L’omicidio di Domenico Sequino, il tassista di 56 anni freddato giovedì sera alle 19,45 con cinque colpi di pistola sparati alle spalle mentre si trovava nel sagrato della chiesa madre, ha involontariamente messo in luce le criticità sul fronte dei controlli del territorio.
Telecamere vetuste. Una denuncia è stata avanzata dal sindaco Domenico Messinese. Il primo cittadino del Movimento Cinque stelle punta l’indice accusatorio contro l’efficacia delle telecamere del sistema di videosorveglianza volute da Rosario Crocetta, promotore del progetto “Città sicura”. “La tecnologia è superata – spiega il sindaco Messinese – Risalgono all’inizio del 2000. Sono telecamere inefficaci. Intervenire con la stessa tecnologia oggi non conviene. Stiamo pensando di ammodernarle, almeno per quelle posizionate nelle zone principali. La copertura comunque non è soddisfacente”. Una vera doccia fredda per gli inquirenti impegnati a dare un nome ai sicari che hanno agito indisturbati nel centro storico della città, uccidendo un uomo nell’ora di massima frequentazione. Per cercare di ricostruire l’agguato le forze dell’ordine dovranno fare ricorso alle registrazioni delle attività commerciali che insistono nel centro storico. Pare che i sicari abbiano atteso l’arrivo di Sequino scorazzando in sella ad un ciclomotore nella piazzetta antistante la cattedrale, indossando caschi integrali. Indiscrezioni non ancora confermate dagli inquirenti che stanno cercando ogni indizio per risalire ai nomi della spedizione di morte.
L’autopsia sul corpo. Il pubblico ministero Antonio D’Antona ha ordinato l’esame autoptico del corpo privo di vita di Domenico Sequino. L’autopsia sarà effettuata oggi presso l’obitorio del cimitero di contrada Farello dal medico Cataldo Ruffino. I familiari dovranno attendere le ore successive per ottenere la salma e avviare la veglia funebre che anticiperà l’ultimo saluto e la definitiva tumulazione. Non hanno chiesto l’intervento di un perito di parte durante l’ispezione cadaverica. Vanno avanti, invece, le indagini coordinate dai carabinieri del locale reparto territoriale retti da maggiore Valerio Marra. I militari dell’arma hanno sentito l’uomo che si trovava con Domenico Sequino al momento dell’arrivo dei sicari che hanno agito a volto coperto da caschi integrali. Le indagini sono state estese anche alle persone contattate dalla vittima prima di essere ucciso. Anche solo telefonicamente. E’ stato, infatti, sequestrato anche il telefonino di Domenico Sequino che, al momento dell’uccisione, aveva in tasca un mazzo di carte e 35 euro.