Allarme sanità a Niscemi, Incarbone: “Ospedale senza anestesista e Chirurgia ridotta”

 
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Nella foto grande: Aurelio Incarbone, ex dirigente medico anestesista rianimatore presso l'ospedale "Suor Cecilia Basarocco" di Niscemi.

Niscemi. “E’ utopistico pensare ad un ospedale privo di un anestesista rianimatore e con una unità di Chirurgia che lavora a tempo determinato e chiude nei fine settimana, negando la reperibilità. Da cinque mesi la mancanza di un ginecologo è sfociata con la chiusura dell’unico consultorio. A Niscemi è stato soppresso anche il punto nascita”. Con queste parole Aurelio Incarbone, dirigente medico anestesista rianimatore in pensione che per trent’anni ha lavorato in corsia nell’ospedale “Suor Cecilia Basarocco” di Niscemi, diretto oggi da Alfonso Cirrone Cipolla, prova a riaccendere i riflettori sulla questione sanità rispondendo alle parole di elogio usate invece da Giuseppe Ventura nei confronti della struttura del comune del carciofo nel corso della seconda puntata di “Election day”, tribuna politica edita dalla nostra testata in collaborazione con Eda communication & events. “A Gela i reparti chiudono – ha detto ai nostri microfoni Giuseppe Ventura, ormai ex assessore della giunta Fasulo e coordinatore provinciale di Italia Viva – le ambulanze diminuiscono e pure i medici. Nella vicina Niscemi i reparti aumentano – aggiunge – Hanno inaugurato la Riabilitazione e le ambulanze col medico a bordo vanno pure a Gela. Dico, come è possibile che nella stessa provincia insistono due logiche opposte. Secondo me alla base di tutto questo ci sono persone che fanno la differenza, perché non può essere un caso che un ospedale destinato alla chiusura oggi è un’ottima realtà”. Parole che, secondo Aurelio Incarbone, stridono con l’effettiva gestione dell’ospedale “Basarocco” e con la reale offerta sanitaria.

“L’Asp di Caltanissetta diretta dal manager Alessandro Caltagirone – incalza il medico rianimatore Incarbone – ha cercato di colmare la carenza di servizi sanitari primari con interventi estetici, abbellimenti floreali, nuovi intonaci e qualche televisore. Un Pronto soccorso senza anestesista rianimatore non ha motivo di esistere”. Quasi ad avvalorare la pesante denuncia mossa dal dirigente medico in pensione, l’incidente stradale occorso ad un quattordicenne la scorsa settimana. “La scooterista – racconta Aurelio Incarbone – è stata soccorsa dall’ambulanza del servizio 118 con medico a bordo, servizio scippato alla vicina Gela. Ignorando il locale ospedale “Basarocco” ha trasferito la paziente direttamente al “Vittorio Emanuele” di Gela, consapevole della mancanza dell’anestesista rianimatore a Niscemi. Figura professionale salvavita per qualsiasi ospedale. Oggi, la ragazza versa in gravi condizioni ed è ricoverata in un lettino del Sant’Elia di Caltanissetta. Nell’incidente stradale è finita in coma riportando una emorragia cerebrale e fratture del cranio. Solo per una fortuita coincidenza l’episodio non è sfociato in tragedia”. Il medico Aurelio Incarbone dalla scorsa estate ha avviato un’azione a tutela della sanità niscemese, e del comprensorio a sud di competenza dell’Asp di Caltanissetta, aderendo al movimento “Italia con Trump” dove ricopre la carica di rappresentante provinciale di dipartimento. Le sue denunce di mala sanità sono state recapitate ai manager che siedono nei tavoli di regia, dall’uscente presidente della regione, Nello Musumeci, all’assessore regionale Ruggero Razza, al direttore generale dell’Asp cl2, Alessandro Caltagirone. Si è rivolto, tra gli altri, anche ad Ornella Mariani, dottoressa scrittrice e opinionista giornalista convinta che “si nominano i primari per gradimento politico e non per competenze, mentre gli specialisti vanno all’estero”. “Altro che sanità migliorata – conclude Incarbone – è vero che al “Basarocco” hanno inaugurato la lungodegenza e la Riabilitazione (quest’ultima solo qualche giorno fa), ma si tratta di servizi di supporto in un ospedale incapace di gestire emergenze salvavita. Gli ospedali non vivono di apparenze e i pochi medici rimasti a Niscemi non sono tutelati dalla mancanza dell’anestesista rianimatore”.

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