Gela. A Palazzo di Città, il percorso dei finanziamenti di “Agenda Urbana” aveva preso l’abbrivio giusto durante la pandemia di tre anni fa. Da allora, fu un susseguirsi di decreti di finanziamento rilasciati dagli uffici regionali. Per il municipio, il monte stanziamenti complessivo si attestava intorno ai trenta milioni di euro. A quella fase di sviluppo costante delle procedure non è poi seguita la successiva, destinata alle gare e all’affidamento dei lavori. Pochi dossier sono stati chiusi con le procedure d’appalto e l’assegnazione dei cantieri. Nonostante tutto, la Regione ha valutato favorevolmente il lavoro fatto e ha dato il via libera all’inserimento nel secondo ciclo di programmazione dei fondi 2021-2027, attraverso l’Area urbana funzionale. A Palermo, però, le preoccupazioni sono tante e il termine ultimo per i progetti di “Agenda Urbana”, coperti con somme del Po-Fesr 2014-2020, cade a fine dicembre. Difficilmente sarà possibile rispettare le scadenze soprattutto se l’assise civica deciderà di sfiduciare l’avvocato Lucio Greco. L’allarme per tutte le “Agende Urbane” dell’isola arriva dal parlamentare regionale grillino Luigi Sunseri, che presiede la commissione Ue, e che oggi ha avuto un confronto con i sindaci dei Comuni ricompresi nei programmi di finanziamento. Due anni fa, incontrò il gruppo di lavoro locale per fare una verifica in una situazione comunque diametralmente diversa da quella attuale, che a Palazzo di Città è segnata dalla crisi finanziaria. La prima “Agenda Urbana” ha messo insieme, nella stessa Autorità Urbana, Gela e Vittoria. “Solo un quarto di progetti finanziabili con le risorse europee di Agenda Urbana del Po Fesr 2104-2020 è in dirittura d’arrivo – dice Sunseri – e c’è grande incertezza sulle somme che non saranno spese entro il 31 dicembre di quest’anno”. All’incontro ha partecipato il direttore del dipartimento generale alla programmazione regionale Vincenzo Falgares. Per Sunseri, bisogna “sollecitare un cambio di passo e smuovere la montagna di fondi europei che per l’ennesima volta rischia di partorire il topolino di appena qualche investimento pubblico. Al 24 aprile, sulla piattaforma Caronte sono stati caricati 157 progetti per una quota ammessa al programma di circa 230 milioni di euro. Ma solo per 100 milioni ci sono stati impegni giuridicamente vincolanti, mentre sono stati chiesti a rimborso alla Ue poco più di 24,5 milioni di euro su nove progetti”.
Senza una svolta vera e propria, l’unica soluzione sembra mettere in salvaguardia i progetti che non si potranno completare. “Non possiamo – aggiunge Sunseri – che esprimere grande preoccupazione per i ritardi nella spesa dei fondi europei che ci trasciniamo dal governo Musumeci e per l’enorme incertezza per le somme che non si riusciranno a spendere entro il 31 dicembre 2023. Ci siamo dati appuntamento per il mese prossimo per capire come si comporterà il governo Schifani, anche in difformità rispetto all’esecutivo Musumeci, per mettere in salvaguardia tutti i progetti che non riusciranno ad esser realizzati entro la fine dell’anno”.