Gela. Attacchi strumentali, senza fondamento. L’assessore Nadia Gnoffo non accetta le dure osservazioni dell’avvocato Livio Aliotta, che rappresenta la Consulta delle associazioni a tutela dei diversamente abili. Il legale, riferendosi al nuovo regolamento sul trasporto dei disabili, ha parlato di “obbrobrio giuridico”, criticando il mancato coinvolgimento della Consulta. “La disabilità non può essere sfruttata per strumentalizzazioni personali. Alla disabilità ci si dovrebbe approcciare con rispetto per chi la vive e con la predisposizione all’ascolto, per comprendere esigenze e criticità. Ecco perché provo solo amarezza per l’ennesimo attacco gratuito e infondato dell’avvocato Livio Aliotta, che questa volta decide di prendersela con il regolamento per il trasporto disabili. L’avvocato – dice Gnoffo – lo definisce un obbrobrio giuridico, tralasciando, più o meno consapevolmente, il fatto che esistono disposizioni di legge e sentenze del Consiglio di Stato che corroborano quanto stabilito da questa amministrazione. In questi anni abbiamo cercato di applicare e rispettare un regolamento che, di fatto, in ordine al trasporto presso i centri di riabilitazione, si è rivelato fallimentare. Per questa ragione, sentite le famiglie e diverse associazioni che si occupano di disabilità e di fragilità in generale, ho ritenuto di dover intervenire, disciplinando questo servizio con un regolamento ad hoc. Nello specifico, abbiamo ritenuto di regolamentare solo un articolo a seguito delle proteste delle famiglie che accompagnavano i loro cari presso i centri Aias di Gela e Caltagirone. Tutto, carte alla mano, nel rispetto delle disposizioni di legge. Eppure, l’avvocato decide di attaccare a testa bassa ancora una volta, pur essendo stato delegittimato dalle stesse famiglie e da molte associazioni che probabilmente riescono a dialogare in assoluta semplicità con me e con l’amministrazione che rappresento”. Gnoffo chiede “rispetto”.
“Senza alcuna voglia di fare polemica, mi permetto di ricordare all’avvocato Livio Aliotta, nella qualità di presidente della consulta, che ho costituito un albo comunale delle associazioni che si occupano di disabilità di cui la consulta non fa parte. Non ha nemmeno partecipato all’avviso. La stessa consulta, inoltre, non fa parte nemmeno della rete territoriale per l’integrazione e l’inclusione sociale. Di cosa dovrebbe rimproverarmi, dunque? Forse – aggiunge – le associazioni con cui dialogo non sono all’altezza? Mi dispiace, ma non accetto accuse da chi cura contenziosi contro il Comune ma, nel contempo, vorrebbe sedersi ai tavoli tecnici per prendere decisioni insieme allo stesso ente. Se qualcuno ha deciso di farlo, io non ci sto. Sono orgogliosa di avere intrapreso un percorso costruttivo, andato avanti tra mille difficoltà, con associazioni che lavorano in silenzio e lontano dai riflettori. Che non strumentalizzano la disabilità e che la vivono. Grazie a loro sono riuscita a captare meglio le varie criticità e mi sono adoperata, secondo le mie possibilità, per risolverle. Dimostri rispetto, dunque, l’avvocato Aliotta, non verso di me né verso l’amministrazione che rappresento, ma nei confronti di tutte quelle persone che vivono ogni giorno la disabilità e di quelle associazioni, comprese quelle che fanno parte della consulta, che lavorano per abbattere i muri e non per innalzarli. È solo a loro che io devo delle risposte”.