Gela. Chiede la revoca del regime del carcere duro: il cinquantacinquenne Emanuele Palazzo, ritenuto dagli inquirenti leader del gruppo locale della stidda, lo ha fatto attraverso il suo legale Michele Micalizzi.
Palazzo venne arrestato lo scorso febbraio insieme ad altri diciassette presunti complici: tutti finiti al centro del blitz antimafia “Agorà”. Solo dopo alcune settimane dall’arresto, i magistrati gli imposero il regime penitenziario del 41 bis. Attualmente, il cinquantacinquenne è recluso all’interno del penitenziario abruzzese di massima sicurezza dell’Aquila.
L’avvocato Michele Micalizzi ha depositato la richiesta per ottenere una revoca della misura carceraria direttamente sui tavoli dei magistrati del tribunale di sorveglianza di Roma. Spetta a loro, infatti, la competenza in materia di 41 bis. In base alle indicazioni fornite dagli inquirenti, Emanuele Palazzo avrebbe avuto un ruolo strategico nel riorganizzare le famiglie della stidda in città.
Nel corso delle indagini che condussero al blitz “Agorà”, Palazzo venne più volte ripreso in pieno centro storico mentre cercava di fornire indicazioni ai suoi sodali, soprattutto sul fronte dello spaccio di droga e su eventuali obiettivi da mettere nel mirino.
L’avvocato Michele Micalizzi non ritiene più fondati gli elementi che possano eventualmente giustificare la reclusione del suo assistito sotto regime di 41 bis.