Gela. I termini per la notifica del decreto che ha disposto il giudizio immediato non sono stati rispettati. Bisognerà attendere aprile per l’eventuale apertura del dibattimento, legato ai fatti del maggio di un anno fa, che si verificarono, nell’arco di poche ore, in via Bevilacqua e in via Annibal Caro. Prima, un’aggressione ai danni di Benedetto Giuseppe Curvà; poi, gli spari contro un’abitazione. Oltre a Curvà, ne risponde anche il quarantenne Crocifisso Di Gennaro, accusato di lesioni aggravate. Secondo i pm della procura e i carabinieri, sarebbe stato lui a cercare di investire Curvà, a bordo della propria auto, per poi aggredirlo, usando una catena e spalleggiato da un minore. Al trentacinquenne Curvà è invece contestato il tentato omicidio. Secondo gli inquirenti, avrebbe sparato contro un’abitazione di via Annibal Caro, rischiando di colpire una giovane.
Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni) ha dato seguito all’eccezione preliminare avanzata dalla difesa di Di Gennaro (sostenuta dagli avvocati Davide Limoncello e Giacomo Ventura), disponendo una nuova notifica. Curvà è invece difeso dai legali Giovanni Lomonaco e Antonio Impellizzeri. I carabinieri e i pm della procura arrivarono agli arresti dei due imputati, ricostruendo i fatti anche attraverso le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza. Altre due persone furono coinvolte, ma solo con l’accusa di presunte minacce. Nei loro confronti non è stato disposto il giudizio immediato.