“Aggravare misura sorveglianza”, no dai giudici per 38enne coinvolto in blitz antimafia

 
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Gela. La proposta di un aggravamento della pericolosità sociale era partita dalla questura, fondata su una serie di reati che gli vengono contestati, compreso il coinvolgimento nell’inchiesta antimafia “Stella cadente”. I giudici del tribunale di sorveglianza di Caltanissetta, però, hanno respinto la richiesta avanzata nei confronti del trentottenne Calogero Daniele Infurna. Non sono state accolte le considerazioni avanzate dagli investigatori, che da anni lo seguono, a seguito di diversi precedenti penali accumulati. I legali che lo rappresentano, gli avvocati Maurizio Scicolone e Marzia Cammarata, hanno escluso la sussistenza delle condizioni necessarie a giustificare un aggravamento della misura di sorveglianza. Sono stati ripercorsi i precedenti penali più recenti di Infurna, che ha anche accumulato alcune condanne diventate ormai definitive.

I giudici nisseni hanno confermato l’assenza dei requisiti necessari per disporre l’aggravamento, che avrebbe potuto significare anche il trasferimento in una casa lavoro.

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