Gela. Una sosta improvvisata, in centro storico, con l’auto parcheggiata in maniera irregolare, violando i divieti. Un sessantatreenne, però, si oppose alla sanzione che intanto era stata irrogata da un agente della polizia municipale. Verbale che lo spinse ad insultarlo e a tentare di aggredirlo. Per quei fatti, è arrivata la condanna, pronunciata dal giudice Antonio Fiorenza. Al sessantatreenne sono stati imposti nove mesi di reclusione. Tra le contestazioni mosse dalla procura, la resistenza a pubblico ufficiale. I fatti si verificarono nel cuore del centro storico. Una vicenda considerata grave e che ha spinto l’amministrazione comunale a costituirsi parte civile, assistita dall’avvocato Giovanni Giudice. Anche i familiari dell’agente (intanto deceduto per una grave patologia) si sono costituiti, con il legale Livio Aliotta. Le parti civili hanno concluso, chiedendo il riconoscimento della responsabilità dell’imputato, così come indicato dalla procura.
La difesa, sostenuta dall’avvocato Paolo Cafà, ha invece cercato di ridimensionare l’accaduto, ponendo dubbi sulla ricostruzione. Alle parti civili è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni.
Dispiace a tutti prendere una multa ma non bisogna infierire sulla polizia municipale in quanto educatori. In questa città” la maleducazione oramai è” alle stelle e chi non ha soldi per una eventuale multa là si dovrebbe in opzione trasformarla in lavoro di pubblica utilità” ma sempre da scontare. Una proposta che andrebbe applicata dal sindaco.