Gela. Il campionato di serie D si è concluso i primi di maggio e con la campagna elettorale in mezzo l’argomento calcio è stato accantonato. La dirigenza del Gela sta in silenzio ma è sin troppo chiaro che senza rassicurazioni sulla riapertura dello stadio Vincenzo Presti non ci sono speranze che tengano.
Il tempo dei proclami è finito. Ora servono i fatti. C’è un nuovo sindaco, una nuova amministrazione e presto un rinnovato consigli comunale. Ognuno deve assumersi le responsabilità di proporre soluzioni ed interventi che ridiano dignità allo sport ed a chi ha ancora il coraggio di spendere e spendersi in questa città.
Qualcosa si muove. Stasera il sindaco Lucio Greco incontrerà una delegazione di tifosi della Angelo Boscaglia proprio in curva, in quello che è stato il cuore pulsante dei sostenitori più appassionati, inaccessibile dal febbraio del 2018. Una vergogna continua, con uno scaricabarile tra ex assessori, ex sindaco, tecnici, commissario straordinario e Genio civile con un solo risultato: stadio chiuso.
Secondo le nostre informazioni il settore Lavori pubblici si è rimesso in moto alla ricerca di una soluzione rapida ed efficace. Ecco, i tempi. Bisogna fare in fretta e non cullarsi che la stagione sia finita. Entro due mesi occorre iscrivere la squadra in serie D ma per farlo la società pretende di avere certezze, non ipotesi.
C’è una stagione da programmare ed uno staff tecnico da ricostruire. Ed il nuovo consiglio comunale potrebbe decidere anche in fretta di adeguare il regolamento sull’affidamento degli impianti sportivi, facendo in modo che una società come il Gela possa ottenere una gestione pluriennale. Sarebbe l’unico modo per poter programmare a breve e medio termine.
Dal punto di vista tecnico difficilmente i “senatori” dello scorso anno rimarranno o saranno riconfermati. Ci sono calciatori come Sicignano, Ragosta, Brugaletta e Mannoni che fanno gola a società di D e C. Altri, come Castaldo e Retucci, erano in prestito e torneranno alle società di appartenenza. Il problema non è comunque quello di rifare una squadra ma avere le idee chiare. Tutto però passa da quello che accadrà con lo stadio. Impensabile un’altra stagione di pellegrinaggio alla ricerca di ospitalità.