Addio Crocetta…benvenuto Pd, Torrenti ha scelto i dem: “Sostengo Arancio e ho chiesto di aderire al partito”

 
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Gela. Da Crocetta al Pd. Antonio Torrenti non cambia

schieramento né banchi, almeno in consiglio comunale.

L’addio a Crocetta e l’appoggio al Pd. L’ex esponente del Megafono, da diversi mesi confluito nel gruppo misto all’assise civica, ha scelto di sostenere i dem. Il colpo di scena arriva a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale per le regionali. Torrenti e il suo gruppo di riferimento, capaci due anni fa di portare a casa più di 540 voti, virano verso la casa dem, dopo aver detto definitivamente addio all’ormai ex presidente della Regione. Il consigliere, come primo passo, ufficializza l’appoggio al candidato del Pd all’Ars, il deputato uscente Giuseppe Arancio. “Ho scelto di sostenere il programma del Pd – dice – e la candidatura del deputato uscente Giuseppe Arancio, che ritengo essere l’unico tra tutti i candidati locali in grado di portare la città all’attenzione del prossimo governo regionale”.

Insomma, un sostegno palese, risultato di un’interlocuzione accelerata nelle ultime ore. C’è stato un contatto telefonico tra Torrenti e Arancio e, allo stesso tempo, il consigliere ha già presentato la richiesta di adesione al Pd. Deciderà la segreteria cittadina, ovviamente dopo il voto di domenica. “Se la segreteria locale del Pd – spiega ancora – accetterà la mia richiesta di adesione, allora anche in consiglio ci ritroveremo a condividere idee e programmi”. Quindi, niente salti verso il centrodestra, nonostante, tempo addietro, ci siano stati i primi ammiccamenti. L’ex crocettiano, infatti, ha una formazione politica di centrodestra e dopo la parentesi del Megafono sembrava disponibile ad un ritorno. Adesso, però, arriva il sostegno alla candidatura di Giuseppe Arancio e la richiesta di “fidanzamento” con quelli del Pd. “Credo che il centrosinistra – conclude Torrenti – abbia tutte le carte in regola per un rilancio, a cominciare dalla sfiducia alla giunta, che è comunque un tema che non va messo da parte”. Se Torrenti ricevesse il via libera da Peppe Di Cristina e dal resto del board democratico, sarebbe il settimo consigliere di una truppa che continua a far proseliti, tra scricchiolii e guerre interne, più o meno fredde.

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