Gela. L’alleanza progressista, nelle ore successive al voto di ieri per l’Unione dei Comuni, si è letteralmente sfaldata. I civici di “Una Buona Idea” hanno preso le distanze dai consiglieri di “Unità progressista”, Virginia Farruggia, Alessandra Ascia e Paola Giudice, rimaste in aula al momento di esitare la griglia di nomi sostenuta dal centrodestra, che di fatto ha tagliato fuori i pro-Greco determinando l’elezione del forzista Carlo Romano. L’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano, che per conto del gruppo civico aveva cercato di saldare l’intesa anche con i pro-Greco per l’Unione dei Comuni, sembra non volerne più sapere del dialogo con quelli che fino ad oggi sono stati i “responsabili”. “Si dovrebbe sempre evitare di parlare a caldo – dice la grillina Virginia Farruggia che invece in aula c’era per il voto – onestamente, le dichiarazioni successive alla seduta non mi sono piaciute. Perché abbiamo deciso di votare? Premetto che in quel frangente c’era una grande confusione, però se non l’avessimo fatto ieri, sarebbe caduto il numero legale e oggi il centrodestra sarebbe riuscito ad avere tutti i tre consiglieri. Tra le nostre fila, c’erano già in programma delle assenze per impegni personali. Il nostro gruppo non è abituato a fare cose diverse da quelle decise. Non veniamo meno agli impegni. Sicuramente, bisognerà fare chiarezza all’interno ma lo stesso vale anche per gli altri”. Ieri sera, è venuto a mancare il collante politico che in questi mesi ha consentito ai progressisti, ai dem e ai civici di “Una Buona Idea”, di andare avanti nel percorso di unità, anche in vista delle prossime amministrative, e di dare la linfa giusta per mantenere l’aula e varare atti strategici portati dall’amministrazione, in piena crisi finanziaria. Adesso, è calato il gelo e i civici sono convinti che i progressisti abbiano solo favorito il centrodestra della sfiducia. “Sono convinta che sia stata fatta la scelta migliore, anche su indicazione della collega Paola Giudice – aggiunge Farruggia – mi sono mossa in base a ciò che era stato deciso. Sapevamo che potevano esserci degli anelli deboli”. La reazione veemente di uno dei leader del gruppo civico, probabilmente i progressisti non se l’aspettavano dopo mesi di lavorio e confronti.
“Noi ai tavoli ci siamo sempre seduti ma è chiaro che vogliamo verificare la volontà di tutti”, precisa Farruggia. Gli stessi dem non hanno seguito i progressisti e l’accordo iniziale che era stato garantito con i pro-Greco, perlomeno sulle scelte da destinare all’Unione dei Comuni, potrebbe aver rappresentato il capolinea di quello che era già pensato come cantiere democratico, da ufficializzare a breve nel percorso di un centrosinistra unito.