Gela. “Il fatto non sussiste”. Con questa formula, ieri, il pm Marco Rota ha concluso la sua requisitoria, indicando l’assoluzione per il medico Carmelo Zappulla e per Valeria Desimone. La richiesta è stata accolta dal collegio penale del tribunale, che ha emesso un dispositivo favorevole ad entrambi gli imputati. La vicenda arrivata a giudizio è partita da una denuncia della donna mazzarinese e ha portato a contestare al medico l’accusa di violenza sessuale. Lei, invece, difesa dall’avvocato Giuseppe Cascino, doveva rispondere di un tentativo di estorsione. Avrebbe preteso circa cinquantamila euro per tacere e non raccontare dei presunti approcci sessuali e della violenza. I due imputati, a loro volta, erano parti civili nel dibattimento. Il pm ha spiegato che non è stato possibile, in giudizio, risalire a riscontri che potessero avvalorare le contestazioni, anche perché entrambi gli imputati hanno scelto di non essere sentiti nel corso dell’istruttoria. Sia il legale della donna che quello del medico (l’avvocato Orazio Rinelli) hanno chiesto l’assoluzione.
Per la difesa del medico, non ci sarebbe mai stata una violenza sessuale, anche perché Zappulla si sarebbe limitato ad alcune visite specialistiche, effettuate peraltro in presenza del padre della donna. Fu lui stesso a produrre agli investigatori i messaggi sms e whatsapp che la donna gli avrebbe inviato, proprio per pretendere il pagamento delle somme di denaro. Secondo il legale che lo assiste, si trattò di un chiaro tentativo di estorcergli consistenti somme. Il collegio, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, ha concluso con l’assoluzione.