Accusato di resistenza e oltraggio durante perquisizione, 39enne assolto

 
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Gela. Non sono emersi gli estremi per ritenerlo responsabile di resistenza a pubblico ufficiale e oltraggio. Il giudice Martina Scuderoni ha assolto il trentanovenne Giovanni Botta. Era a processo proprio per rispondere alle contestazioni maturate a seguito di una perquisizione che venne effettuata dalle forze dell’ordine, nella sua abitazione. Botta, stando alla ricostruzione dell’accusa, avrebbe alzato i toni, anche con delle offese. Accuse sempre respinte dall’imputato, difeso dall’avvocato Filippo Spina. Entrambi i capi di accusa sono caduti al termine del dibattimento. L’imputato ha escluso di aver fatto resistenza e di aver usato un linguaggio offensivo.

La difesa ha sottolineato come non siano emerse evidenze rispetto alle accuse mosse al trentanovenne. Per l’assoluzione ha concluso anche il pubblico ministero Tiziana Di Pietro. La decisione favorevole per il reato di resistenza è arrivata con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Rispetto all’oltraggio, invece, “perché il fatto non sussiste”.

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