Gela. L’arresto risale al settembre di un anno fa. Per i pm della procura, un operaio trentenne avrebbe più volte violentato la moglie, sottoponendola a maltrattamenti. La custodia cautelare in carcere venne revocata, con la successiva sottoposizione ai domiciliari e poi il ritorno in libertà. Il giovane fu sottoposto al solo obbligo di firma. Il gip ha accolto la richiesta di giudizio immediato formulata dai pm che hanno seguito le indagini. Il prossimo maggio, la difesa potrebbe optare per il rito abbreviato. L’avvocato Maurizio Scicolone, legale dell’operaio, già in fase di indagine presentò le conclusioni di un’attività difensiva, condotta insieme all’avvocato Marzia Cammarata. Sarebbero emersi particolari che metterebbero in dubbio le accuse, sollevate dopo la denuncia della consorte. Il rapporto matrimoniale si è successivamente concluso.
Venne acquisito il contenuto di messaggi che dimostrerebbe una situazione differente rispetto a quella ricostruita dall’accusa. All’operaio vengono contestati almeno tre episodi di possibili abusi sulla moglie, che sarebbe stata costretta a rapporti sessuali non consenzienti e a patire violenze.