Gela. Erano stati arrestati dopo che i carabinieri conclusero la ricostruzione di un’aggressione ai danni di un giovane. Venne colpito più volte, anche alla testa, forse per contrasti personali. Giuseppe Rinella e Simone Rinella, padre e figlio, sono ritenuti responsabili di tentato omicidio. Attualmente, ne stanno rispondendo, insieme a due presunti complici, davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale. Dopo una lunga detenzione in carcere, hanno ottenuto i domiciliari. Sono state accolte le richieste avanzate dai legali di difesa, gli avvocati Ivan Bellanti e Cristina Alfieri. Sarebbero venute meno le esigenze cautelari e il giudice ha disposto l’affievolimento della misura. Padre e figlio hanno sempre escluso di aver aggredito intenzionalmente il rivale. Hanno spiegato di essersi difesi, proprio per non essere colpiti a loro volta.
La vittima riportò gravi lesioni alla testa. Secondo i carabinieri e i pm della procura, sarebbe stato usato un martello da fabbro. Gli investigatori risalirono ai due Rinella, anche sulla base di quanto dichiarato dal ferito, poi trasferito d’urgenza in ospedale. L’aggressione si verificò in centro storico.