Gela. Sono venute meno le pesanti accuse, soprattutto di estorsione, mosse dalla procura a Giovanni Saluci, che ha una lunga sequenza di precedenti penali alle spalle, e al figlio Antonino Saluci. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Martina Scuderoni ed Eva Nicastro), ha disposto l’assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste”. Uno dei capi di accusa contestato ad Antonino Saluci mancava inoltre della condizione di procedibilità. Secondo gli inquirenti, Giovanni Saluci avrebbe preteso denaro o prestazioni sessuali da una donna di nazionalità romena. Pretese di denaro e minacce avrebbero riguardato pure una seconda persona. Entrambi erano costituiti parti civili, con gli avvocati Carmelo Tuccio e Maria Cascino, che al pari della procura avevano concluso richiedendo la condanna. Le pene indicate dal pm erano pesanti, fino a otto anni di detenzione. Ad Antonino Saluci venivano imputate presunte minacce per avere denaro da destinare al mantenimento del padre, intanto recluso in carcere.
Le difese dei due imputati, con gli avvocati Filippo Spina e Giovanni Bellino, hanno ricostruito i rapporti tra padre e figlio e i presunti destinatari delle imposizioni. E’ stato escluso che si trattasse di minacce o di condotte vessatorie. Il collegio non ha individuato elementi per ritenere sussistenti le accuse e così è stata disposta l’assoluzione per entrambi.