Gela. “O si concretizzano tutti i punti dell’accordo, con la nascita di un polo di chimica
verde in città, oppure sarà molto difficile rimediare”.
Il sindaco Angelo Fasulo, affiancato dall’assessore ai servizi sociali Ugo Costa e dal capogruppo Pd Giacomo Gulizzi, ha tirato le somme dopo la firma del complessivo accordo che dovrebbe regolare il futuro di Eni in città.
“Non siamo andati a Roma al ministero – spiega il primo cittadino – per ritirare un premio. Sapevamo di avere davanti una trattativa molto difficile. La posizione aziendale era chiara. Adesso, però, ci candidiamo alla prima, vera, riconversione industriale in Italia”. Le autorizzazioni ministeriali e regionali e il rischio che i livelli occupazionali possano segnare il passo, almeno per ora, non sembrano turbare il primo cittadino. “Sappiamo che sarà difficile per tutti – continua Fasulo – per questa ragione, abbiamo espressamente chiesto l’intervento del ministero del lavoro sul fronte della proroga degli ammortizzatori sociali in favore degli operai dell’indotto ma allo stesso tempo abbiamo la certezza che il governo e lo stesso amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi ci stanno mettendo la faccia. Non è cosa da tutti i giorni”.
Scarsa la partecipazione della giunta e, soprattutto, dei capigruppo d’opposizione che, in polemica, hanno deciso di disertare. Senza un confronto in consiglio comunale, hanno deciso di non presentarsi.
“Il consiglio comunale – replica Fasulo – è convocato per domani e ci sarà anche la possibilità di confrontarsi. L’accordo è stato siglato la scorsa settimana. Non vedo ragioni per fare polemiche”. Insomma, Fasulo, dopo aver indicato i punti cardine dell’intesa, dalla chimica verde all’estrazione passando per la coltivazione del guayule, non ha sfatato le incertezze che, da tempo, vengono sollevate dai lavoratori del diretto e dell’indotto della raffineria di contrada Piana del Signore e non solo.
“Stiamo rischiando – conclude – ma è un passo che andava fatto. Non dimentichiamo che il progetto apre anche all’interessamento di altre multinazionali e alla filiera agricola con il guayule e non solo”.