Accoltellamento a Carrubbazza, in aula primi testimoni: valutate immagini e dinamica dei fatti

 
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Gela. Il dibattimento era già stato aperto e in aula, davanti al collegio penale del tribunale, si sono susseguiti i carabinieri che si occuparono di ricostruire la vicenda del tentato omicidio dello scorso anno, quando Salvatore Morana accoltellò il fratello, al culmine dell’ennesima discussione. Sono state passate in rassegna le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona che permisero una prima ricostruzione dei fatti. L’accoltellamento si verificò nei pressi dell’abitazione di famiglia, tra le vie del quartiere Carrubbazza. Il ferito ebbe bisogno di un intervento chirurgico per le conseguenze riportate. “Morana si presentò ai carabinieri, per costituirsi”, è stato sottolineato dai testimoni, che hanno risposto alle domande del pm Dina Aletta e dei legali delle parti. Il ferito è nel procedimento. Ha scelto di costituirsi parte civile, assistito dai legali Giuseppe Cascino e Maria Cascino. L’imputato è invece rappresentato dagli avvocati Cristina Alfieri e Francesco Minardi. Morana, già in fase di interrogatorio successivo all’arresto, riferì di aver agito solo per difendersi dal fratello e non per uccidere. Avrebbe usato una lama per colpire. Secondo la difesa, che ha posto diverse domande sul contenuto delle immagini, il fratello avrebbe a sua volta avuto a disposizione un’arma per colpire, forse un’altra lama.

I rapporti tra i due erano ormai deteriorati e sembra che i contrasti fossero frequenti. Altri testimoni verranno sentiti davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni). In aula si tornerà a luglio.

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