Accesso venoso critico in ospedale, Pollara: “E’ una tortura, basterebbe un ecografo”

 
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Nella foto in alto: Salvatore Pollara

Gela. La difficoltà riscontrata presso l’ospedale “Vittorio Emanuele” di trovare l’accesso venoso, denunciato dai genitori di una bimba di appena due mesi e sfociato con le scuse pubbliche del direttore generale dell’Asp di Caltanissetta, non sarebbe un episodio isolato. Al centro Trasfusionale a causa della mancanza di un ecografo, il cui acquisto è stato solo annunciato dal management dell’Asp di Caltanissetta retto da Alessandro Caltagirone, sarebbe quasi una routine. Anzi, una vera e propria tortura secondo i tanti soggetti talassemici che per alleviare le sofferenze patite nell’ospedale diretto da Luciano Fiorella, preferiscono recarsi a Palermo per sottoporsi alle aferesi evitando l’unità diretta da Nunzio Angelo Marletta. “Noi pazienti veniamo quasi torturati per problemi di accesso venoso – racconta Salvatore Pollara, componente del direttivo dell’associazione Late – specialmente durante le aferesi, dove contemporaneamente vengono usati due aghi uno dei quali dolorosissimo perchè molto grosso. Alcuni pazienti vengono trasferiti a Caltanissetta per l’impossibilità di intercettare la vena. Altri, per evitare queste sofferenze – aggiunge Pollara -, preferiscono recarsi direttamente all’unità di Talassemia regionale di Palermo. Basterebbe un banalissimo ecografo per eliminare i continui tormenti ed accelerare i tempi”. Dalle prime indiscrezioni, anche il presidente della Late, Salvatore Di Caro, si recherebbe a Palermo per le continue aferesi ormai da diversi anni.

Secondo Salvatore Pollara, però, “il problema legato alla difficoltà di trovare l’accesso venoso – commenta – è vecchio ed atavico”. Non mancano le accuse rivolte al manager Alessandro Caltagirone, per “non essere stato capace di risolvere la questione – incalza Pollara -costringendo molti pazienti a non fare terapie salvavita. Gli stessi medici del centro trasfusionale devono chiedere in prestito l’ecografo ad altri repati per facilitare l’accesso alle vene nei casi di pazienti fragili”. Secondo Pollara, però, la vicenda non deve colpire gli operatori sanitari. “Nessun attacco agli operatori – conclude l’esponente della Late – E’ solo occasione per evidenziare, ancora una volta, la mancanza cronica di uno strumento vitale qual è l’ecografo. Mi sono quasi mortificato, ieri, quando il medico ha dovuto chiedere in prestito un ecografo in dotazione ad un altro reparto ospedaliero per alleviare le sofferenze di un paziente”.

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