Gela. Ha rilasciato dichiarazioni spontanee e si è difeso su tutta la linea l’imprenditore cinquantenne Rocco Giovanni Scordio, vertice della struttura societaria che controlla il centro per disabili mentali, finito sotto indagine. Scordio è stato coinvolto nell’inchiesta “Bad Caregiver”. I pm della procura di Caltanissetta e i carabinieri hanno approfondito quanto sarebbe accaduto nella struttura di Serradifalco, con nove ospiti che avrebbero subito costanti violenze e abusi. Secondo gli inquirenti, sarebbero stati somministrati farmaci non autorizzati. L’imprenditore gelese ha parlato davanti al gip del tribunale nisseno, prendendo le distanze dalle accuse. E’ attualmente difeso dagli avvocati Tiziana Ragusa e Giovanni Bruscia. La misura degli arresti domiciliari è stata confermata, anche se con un cambio di domicilio, richiesto dalla difesa. Confermata la detenzione in carcere, invece, per il cinquantaquattrenne Vincenzo Biundo. Sull’operatore sanitario, che lavorava alle dipendenze della struttura, sono concentrate le accuse più pesanti, dalle violenze sugli ospiti fino agli abusi sessuali. Difeso dall’avvocato Carmelo Tuccio, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Ha parlato, rispondendo alle domande del gip, l’altra indagata, sottoposta ai domiciliari, la cinquantunenne Rosa Maria Milazzo. Difesa dall’avvocato Renata Accardi, ha spiegato di aver operato sempre nel rispetto delle regole. Anche nel suo caso, il gip ha confermato la misura. Ci sono altri tre indagati, a piede libero. Gli inquirenti hanno ricostruito violenze e abusi, attraverso sistemi video, collocati nel centro di Serradifalco. Le condizioni degli ospiti sarebbero state a limiti. Elementi che hanno convinto i magistrati di Caltanissetta e i carabinieri ad intervenire. Non è da escludere che le difese degli indagati possano rivolgersi ai giudici del riesame. Le indagini intanto proseguono. Gli investigatori ritengono molto gravi i fatti emersi.