Abusi sessuali su una minore in parrocchia, condanna a otto anni per un ministrante

Il pm aveva concluso indicando dodici anni e sei mesi di detenzione. Il legale del ministrante procederà con il ricorso in appello

A cura di Rosario Cauchi
04 luglio 2025 22:57
Abusi sessuali su una minore in parrocchia, condanna a otto anni per un ministrante -
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Gela.  I giudici della Corte d'assise di Caltanissetta si sono espressi sulla posizione del ministrante finito a processo, perché accusato di abusi sessuali su una minore. Otto anni di reclusione, questo è il contenuto del dispositivo, letto in aula, a conclusione del dibattimento di primo grado. Per diverse ore, la difesa, rappresentata dall'avvocato Giuseppe Nicosia, ha formulato le proprie conclusioni, escludendo che l'imputato abbia mai abusato della minore, che frequentava la parrocchia dei salesiani, in città. Ha fatto leva su una possibile contradditorietà della ricostruzione d'accusa. Uno dei testimoni, sentito nel corso dell'istruttoria, ha spiegato che le stanze, compresa la sagrestia, non venivano chiuse a chiave. Secondo l'accusa, invece, il ministrante, avrebbe approfittato di una delle stanze, chiudendola a chiave e appartandosi con la minore. I fatti emersero dopo alcuni anni, sulla base di dichiarazioni che la giovane rilasciò prima di tutto agli operatori del consultorio locale, accompagnata dai genitori, che si sono costituiti parti civili, anche nell'interesse della figlia, con l'avvocato Carmelo Tuccio. Così come la procura, ha richiesto la condanna dell'imputato. Il pm aveva concluso indicando dodici anni e sei mesi di detenzione. Alla parte civile è stato riconosciuto il diritto al risaricimento del danno. L'attività di indagine venne affidata agli agenti di polizia che eseguirono una misura restrittiva a carico dell'imputato. Per la difesa, come è stato ribadito, non ci furono abusi. Secondo gli inquirenti, l'imputato sarebbe stato allontanato dalla parrocchia proprio perché il sacerdote ebbe le prime segnalazioni. La difesa ha però fatto rilevare che il ministrante ebbe poi la possibilità di ritornare, non trattandosi di una decisione che venne assunta sulla scorta di voci su presunti approcci. Le motivazioni verranno depositate nel termine di novanta giorni. Il legale del ministrante procederà con il ricorso in appello. 

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