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A Caltanissetta c'è una biblioteca incredibile | Nasconde un tesoro del 600

Biblioteca Scarabelli a Caltanissetta: nel convento gesuitico un tesoro di 142.000 volumi, incunaboli e un 1476 poliglotta proibito.

A cura di Redazione
05 luglio 2025 19:00
A Caltanissetta c'è una biblioteca incredibile | Nasconde un tesoro del 600 - Foto: scannerizzata da OppidumNissenae/Wikipedia
Foto: scannerizzata da OppidumNissenae/Wikipedia
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La biblioteca

Fondata nel 1862 dopo l’editto di Antonio Mordini e il decreto del prefetto Domenico Marco d’Ivrea, la Biblioteca comunale “Luciano Scarabelli” di Caltanissetta prende vita nei locali dell’ex Collegio dei Gesuiti, risalente alla fine del Cinquecento . Oggi conserva un patrimonio di oltre 142.166 volumi, tra cui 11 incunaboli, più di 1.000 cinquecentine e 281 manoscritti, rendendola un vero scrigno del sapere siciliano 

Nel 1882 la biblioteca ha assunto il nome del filologo Luciano Scarabelli, che donò più di 2.500 volumi tra il 1862 e il 1875, integrati da materiali confiscati nel 1867 ai vari ordini religiosi presenti sul territorio nisseno.

Architettura e collezioni da sogno

L’edificio, ex Collegio dei Gesuiti, conserva ancora il fascino del Cinquecento, con chiostri e porticati che riconducono all’epoca spagnola . Il suo allestimento attuale è frutto di un restauro iniziato nel 1993, che ha riportato alla luce anche la pregiata libreria lignea del XVIII secolo, proveniente dall’antica biblioteca cappuccina.

Oltre ai volumi antichi, è presente un significativo fondo moderno, comprese le collezioni del bibliotecario Calogero Manasia e dello scultore nisseno Michele Tripisciano, inclusi anche busti e arte rilevante; sono disponibili anche servizi di prestito, lettura pubblica e accesso a banche dati.

Curiosità: l’incunabolo proibito del 1476

Tra gli 11 incunaboli conservati, spicca un esemplare originario del 1476, ritenuto una Bibbia poliglotta vetusta, probabilmente unica in Sicilia e miracolosamente sopravvissuta ai saccheggi religiosi post-unitari. Questa pergamena rappresenta un unicum storico, studiata dall’Università di Bologna e attualmente in fase di ricerca per una possibile digitalizzazione integrale.

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