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"25 milioni per l'accordo di programma? C'è da vergognarsi", i sindacati: "Non va firmato"

Gela. L’accordo di programma, farcito da soli venticinque milioni di euro, non va firmato. I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil per l’ennesima volta rilanciano l’invito al sindaco Domenico Mess...

A cura di Redazione
21 agosto 2018 10:48
"25 milioni per l'accordo di programma? C'è da vergognarsi", i sindacati: "Non va firmato" -
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Gela. L’accordo di programma, farcito da soli venticinque milioni di euro, non va firmato. I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil per l’ennesima volta rilanciano l’invito al sindaco Domenico Messinese e al presidente della Regione Nello Musumeci. Venticinque milioni di euro, da suddividere in un’area di crisi complessa che annovera ventitrè comuni, per i sindacati sono solo un “timido acconto”. “Più volte abbiamo scritto lettere pubbliche, chiesto incontri al presidente della Regione Musumeci, convocato i sindaci coinvolti registrando una diffusa partecipazione e la perenne assenza dell’amministrazione comunale di Gela, la stessa che elogia con notevole entusiasmo i venticinque milioni da destinare a piccoli e medi progetti. Cgil, Cisl e Uil – dicono Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania – fanno appello al sindaco ed al presidente della Regione affinché a settembre non si sigli nessun accordo, ci si fermi così da evitare di chiudere un accordo di programma al ribasso, figlio di una logica “politica” del contentino, del treno che passa ed è meglio prenderlo, per poi scoprire che il treno non è passato, ma è fermo in una stazione abbandonata”. Quei soldi, suddivisi per tutti i comuni che rientrano nell’area di crisi complessa, sono tutt’altro che un successo, come invece ritenuto dal sindaco e dal suo vice Simone Siciliano. “C’è da vergognarsi”, attaccano i sindacati.

“Ma veramente qualche politico pensa che lo sviluppo complementare ad Eni passa attraverso questi mini investimenti? – aggiungono – è sostenibile e coerente la richiesta diffusa, che noi percepiamo, di conoscere il piano di riqualificazione del personale dato che siamo stati noi a chiedere ed ottenere il censimento completo dei lavoratori dell’indotto per capire dove orientare la formazione? È possibile sostenere che bisogna incentivare start up di giovani con brillanti idee da immettere sul mercato globale che magari andando in banca non hanno accesso al credito e qualcuno (lo Stato) deve studiare il metodo per finanziare questi progetti? Ma quella che doveva essere una “lezione morale” ed anche socio economica, pensiamo al fallimento di tutti i progetti finanziari dalla legge 488, contratto d’area, patto per l’agricoltura, non ha insegnato nulla al ceto politico?”. Senza nuove risorse finanziarie l’accordo di programma, per i sindacati, è una sorta di scatola vuota. “Caro ceto politico, non ci rassegnamo all’idea che per rilanciare i Comuni che rappresentano l’otto per cento della popolazione siciliana, quindi più di 400 mila abitanti, siano utili solo venticinque milioni di euro. Al sindaco ed al presidente della Regione chiediamo che le istituzioni oltre a ricordarsi del nostro territorio, inizino a salvarlo dal precipizio perché di questo si tratta”. Se l’amministrazione comunale e la Regione, nelle ultime ore, hanno esultato per l’iter chiuso, c’è invece chi i numeri li considera del tutto inadeguati.

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