Gela. Il loro rapporto matrimoniale fu segnato da violenze e maltrattamenti. Sia in primo che in secondo grado, i giudici del tribunale di Gela e quelli della Corte d’appello di Caltanissetta, hanno condannato un trentottenne ad un anno e quattro mesi di reclusione. Avrebbe più volte sottoposto a maltrattamenti la moglie e i familiari più stretti della donna. Una condanna che la difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Sinuhe Curcuraci, ha impugnato in Cassazione. Saranno i giudici romani a valutare la vicenda. Secondo il legale dell’uomo, non ci sarebbero mai stati i presupposti delle violenze. Il rapporto matrimoniale sarebbe stato solo caratterizzato da litigi, comunque mai sfociati in violenza. Una ricostruzione che non ha trovato riscontro in giudizio, con la condanna dell’imputato, basata anche sulle dichiarazioni rese dalla donna. L’ex consorte, vittima del marito, e i familiari si sono costituiti parti civili, con l’avvocato Rocco Cutini. Per il legale, la quotidianità matrimoniale sarebbe stata profondamente segnata dai maltrattamenti, che alla fine indussero la donna a dire basta e a segnalare quanto stava accadendo.
Secondo la difesa dell’imputato, che adesso si è rivolta alla Cassazione, le accuse non avrebbe trovato riscontro, neanche nelle dichiarazioni rese in aula dai testimoni. Tra le altre ricieste rivolte ai giudici romani, c’è quella di dichiarare prescritto il reato.