Gela. Vanno a processo, perché accusati di essere presunti fiancheggiatori del boss sessantenne Salvatore Rinzivillo. Il gup del tribunale di Caltanissetta ha disposto il giudizio per l’avvocato quarantenne Grazio Ferrara e per il sessantaduenne Emanuele Zuppardo. Verranno invece trasmessi ai pm della procura di Catania gli atti che riguardano il cinquantaseienne Carmelo Collodoro. Nel suo caso, è stata accolta l’eccezione preliminare avanzata dal legale, l’avvocato Francesco Enia. E’ accusato di aver violato la misura di sorveglianza, allontanandosi dalla città per partecipare a presunti incontri con pregiudicati, ritenuti vicini alle famiglie di mafia. Dovranno essere i pm etnei a valutare le carte, visto che è stata confermata l’incompetenza territoriale di quelli nisseni. Le difese di Ferrara e Zuppardo, invece, non hanno optato per riti alternativi. I due imputati, il prossimo novembre, dovranno rispondere alle pesanti accuse, davanti al collegio penale del tribunale di Gela. L’avvocato Ferrara, rappresentato dal legale Giacomo Ventura, si è sempre detto estraneo a vicende di criminalità organizzata. Gli unici contatti, anche in carcere, con Rinzivillo li avrebbe avuti solo per ragioni di carattere professionale, avendone assunto la difesa. Gli investigatori, che già seguivano il filone principale ribattezzato “Extra fines”, hanno però ritenuto che fungesse da tramite fra il boss e gli affiliati, rimasti liberi. Sono stati analizzati i video delle visite in carcere e gli spostamenti di Ferrara. Il legale che rappresenta il professionista ha ritenuto di poter rispondere direttamente in dibattimento alle contestazioni mosse dai pm della Dda. A processo, va anche Zuppardo, difeso dall’avvocato Roberto Afeltra. Per gli inquirenti, sarebbe stato un altro uomo di fiducia, a disposizione di Rinzivillo, e avrebbe partecipato a riunioni con altri affiliati e possibili nuove leve del gruppo locale, che si rifarebbe alla famiglia di mafia, adesso condotta dal sessantenne Salvatore Rinzivillo, a sua volta arrestato al termine dell’indagine madre “Extra fines” e già condannato, anche se non in via definitiva.
Sia Ferrara che Zuppardo, negli scorsi mesi hanno ottenuto misure diverse dalla detenzione in carcere. Dall’indagine sono invece usciti Benedetto Rinzivillo e l’esercente licatese Giuseppe Incorvaia. Non sarebbero stati individuati elementi tali per ritenere che effettivamente avessero messo a disposizione del presunto capo fondi legati alle loro attività commerciali. I giudici del riesame, lo scorso anno, avevano accolto in pieno i ricorsi delle difese, annullando le ordinanze di custodia cautelare, come chiesto dai difensori, gli avvocati Giacomo Ventura, Joseph Donegani ed Emanuele Maganuco.