Uto Ughi incanta la città, le “Quattro Stagioni” tra musica e poesia

 
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Gela. Un concerto che è anche lezione, quello offerto ieri sera dal Maestro Uto Ughi, considerato tra i più grandi violinisti al mondo. Nella suggestiva cornice della Chiesa Madre, Ughi ha eseguito Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, accompagnato dall’Orchestra Sinfonica Siciliana “GliArchiEnsemble”.

Il doppio appuntamento, promosso dalla Fondazione Uto Ughi e sostenuto da Eni nell’ambito del progetto “Uto Ughi per i Giovani”, aveva avuto un prologo al mattino con le prove a porte aperte dedicate agli studenti delle scuole medie e superiori della città.

Durante il concerto serale, il Maestro, accolto da un prima standing ovation al suo ingresso, ha saputo unire virtuosismo e comunicazione, spiegando i sonetti vivaldiani che precedono ogni stagione e guidando il pubblico alla comprensione del linguaggio musicale.

Con esempi diretti, Ughi ha guidato il pubblico in un viaggio attraverso musica e poesia, mostrando come Vivaldi traduca le immagini della natura in note.

Ne La Primavera ad esempio, ha evocato il risveglio della natura, dal canto degli uccelli ai temporali improvvisi, soffermandosi sul canto del cuculo, riprodotto con due semplici note: “si” e “sol”. Ne L’Estate, ha raccontato il languore della calura, spezzato dalla furia di un temporale estivo, e ha invitato i violini a rendere più pungente il suono delle mosche, regalando un’esecuzione ricca di dettagli evocativi.

Proseguendo poi con L’Autunno, ha guidato il pubblico nei balli e nei canti della vendemmia, fino al “dolce sonno” descritto dal sublime “adagio molto”. Infine, ne L’Inverno, ha evocato il freddo pungente e il riparo intorno al camino, mostrando la capacità unica di Vivaldi di raccontare storie attraverso la musica.

Il Maestro ha saputo combinare virtuosismo e comunicazione, rendendo comprensibile anche ai meno esperti il significato profondo di ogni brano. Lungo tutto il concerto, il pubblico ha seguito con attenzione e partecipazione, fino al caloroso applauso finale.

Alla fine anche un fuori programma che ha provocato l’ennesima standing ovation, con il maestro che si è esibito in uno dei capricci del grande Niccolò Paganini. Una serata in cui la musica si è fatta bellezza e speranza, lasciando un segno indelebile.

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