Un viale che nasconde una verità sorprendente | Corso Umberto I a Caltanissetta e la curiosità che pochi sanno
Corso Umberto I, salotto buono di Caltanissetta: tra storia, eleganza e una curiosità sociale che lo rende unico nel cuore urbano.

Il viale che racconta Caltanissetta
Nel cuore di Caltanissetta, si estende il celebre Corso Umberto I, lungo circa 900 metri, tracciato nell’Ottocento per unire idealmente il cuore comunicativo e culturale della città. Fin dalla sua apertura, fu definito il “salotto buono”, tagliando nettamente in due il centro storico e segnando il perno tra i quattro antichi quartieri urbani, insieme al parallelo Corso Vittorio Emanuele.
Il corso è un vero e proprio museo urbano, fiancheggiato da eleganti edifici storici che evocano stili diversi: dallo stile eclettico neoclassico del Palazzo del Banco di Sicilia (anni ’20), fino alle vetrine liberty del secolo scorso, allora simboli di una borghesia attiva e consapevole.
Tra modernità e socialità: dagli “lustrini” al recupero urbano
Nel tempo, Corso Umberto I ha vissuto oscillazioni: da spazio di passeggio amato dagli intellettuali (Leonardo Sciascia ricordava le edicole, i caffè storici e le librerie) a scena di chiusure di esercizi artigianali, al centro di progetti di restyling urbano come quello della “Grande Piazza” (2012), tra polemiche, ripavimentazioni e riqualificazioni volute per valorizzare il centro
Un dettaglio che pochi notano è la presenza di due “lustrini” sopravvissuti al dopoguerra: gli ultimi due lucidi-scarpe che, fino al 2012, accompagnavano i passanti tra le vetrine di Corso Umberto I e Piazza Garibaldi, testimoni muti di una vita urbana quasi scomparsa.
Curiosità
Un dettaglio che pochi notano è la presenza di due “lustrini”, ultimi calzolai urbani rimasti attivi fino al 2012 su Corso Umberto I: simboli storici della vita quotidiana nissena sopravvissuti all’epoca dei grandi cambiamenti cittadini.