Gela. Il mare di Gela torna a restituire tesori nascosti. La segnalazione del sommozzatore gelese Franco Cassarino, che poi ha anche partecipato all’operazione di recupero, ha consentito alla Guardia Costiera di riportare alla luce decine di bacini, recipienti da cucina di età presumibilmente arcaica. Tra i reperti, risalenti probabilmente al VI secolo a.C.m, è emerso anche un “louterion”, un antico bacile d’acqua impiegato per finalità religiose del diametro di circa 1 metro, ancora perfettamente integro.
L’operazione di recupero si è protratta per oltre cinque ore nelle acque antistanti la contrada di “Bulala”.
All’intervento hanno partecipato Nicolò Bruno archeologo della soprintendenza al mare di Palermo, Adriana Fresina, soprintendente al Mare, personale della Soprintendenza regionale del Mare con l’ausilio della Motovedetta 722 della Guardia Costiera di Gela, della motovedetta V.805 del ROAN della Guardia di Finanza di Licata e di un’imbarcazione del Gruppo Ormeggiatori e Barcaioli di Gela.
I reperti saranno sottoposti a specifici studi e trattamenti chimici, per poterne attribuire un’esatta collocazione storica.