Un Eldorado di storia e ritrovamenti ma la città non ne sa approfittare, riemergono altri reperti

 
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L'equipe impegnata nelle attività a Bulala e il sindaco Greco

Gela. Avere l’oro sotto i piedi e saperci solo inciampare sopra. E’ più o meno questo il paradosso che da decenni accompagna la città. Anche nelle ultime ore, dopo l’avvio delle operazioni nei fondali di contrada Bulala con il robot “Hublot”, sono emersi nuovi ritrovamenti, addirittura un fucile e un elmetto militare risalenti alla seconda guerra mondiale. Le attività sono condotte dai tecnici regionali della soprintendenza del mare, seguendo il lascito dell’ex assessore Sebastiano Tusa (deceduto negli scorsi mesi a causa di un terribile incidente aereo), come ricordato da Claudio Di Franco. La docente universitaria Alessia Mistretta, incontrando il neo sindaco Lucio Greco al museo di Molino a Vento, gli ha ufficialmente chiesto di valorizzare il patrimonio archeologico che la città ha in dote, ma che non è mai stato veramente sfruttato o messo in risalto, in una struttura museale già di per sé non adatta alla portata dei ritrovamenti, a cominciare dagli oricalchi affiorati dai fondali. Domenica mattina (Greco ha contatto personalmente il diretto del museo Ennio Turco) si terrà una conferenza stampa pubblica proprio per presentare il progetto di ricerca e le attività di “Hublot”, rese possibili anche dalla capitaneria di porto, retta dal comandante Roberto Carbonara e dal gruppo locale Ormeggiatori-Barcaioli (presieduto da Vincenzo Casciana). Il robot, nelle ultime ore, è stato testato nei fondali. Gli studiosi sono convinti che possano esserci ancora molti altri relitti di navi arcaiche, mentre quelli già recuperati sono ancora imballati dentro le casse, in attesa che il museo del mare, o altro spazio idoneo, possa metterli in mostra.

I reperti emersi

Studiosi e tecnici regionali hanno riconosciuto, anche davanti al neo sindaco, il merito del subacqueo Franco Cassarino, tra i pionieri dei primi ritrovamenti e che si è messo a disposizione per gli interventi di recupero. Almeno quattro ancore sarebbero già state individuate, anche se le condizioni del mare degli ultimi giorni non hanno consentito grandi spazi di manovra. All’incontro informale al museo, c’era il presidente dell’associazione Archeo-Ambiente Giuseppe Alessi, che ha spesso contribuito con donazioni alle attività di ricerca. Greco si è impegnato a dare manforte amministrativo. Sullo sfondo, una comitiva di giovani turisti era in visita al museo, un’immagine quasi rara da immortalare.

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