Gela. Un anno fa, venne condannato dal giudice Luca Solaini ad un anno e mezzo di reclusione con l’accusa di aver truffato una donna che si sarebbe rivolta a lui con l’obiettivo di ottenere la cancellazione di un protesto.
Adesso, il quarantaseienne Francesco Scopece, fino a qualche mese fa in servizio alla caserma dei carabinieri del reparto territoriale, è stato prosciolto da quell’accusa. A pronunciare il verdetto, i magistrati della corte d’appello di Caltanissetta, presieduta dal giudice Salvatore Cardinale.
In sostanza, è stato ribaltato il giudizio emesso in primo grado. Il carabiniere, attualmente sospeso dal servizio, è stato difeso dall’avvocato Maurizio Scicolone.
Stando alla presunta vittima della truffa, il militare le avrebbe chiesto circa duemila euro per avviare le pratiche e, così, giungere alla cancellazione del protesto.
Attività che Scopece, in base all’accusa, avrebbe dovuto svolgere con l’appoggio degli impiegati di un’agenzia disbrigo pratiche locale, all’interno della quale lavorava la moglie. I soldi vennero consegnati ma, ha sostenuto la presunta vittima del raggiro, la pratica non sarebbe mai stata avviata.
I giudici d’appello, però, seguendo la linea tracciata dall’avvocato Maurizio Scicolone, hanno escluso che il carabiniere avesse mai ricevuto una delega dalla donna che gli si era rivolta.
La richiesta di avviare l’iter, invece, sarebbe stata inoltrata direttamente all’agenzia. Non è da escludere che, dopo il verdetto pronunciato dai giudici della corte d’appello di Caltanissetta, anche i vertici dell’arma dei carabinieri possano modificare i provvedimenti emessi nei confronti di Scopece.