Travolto da un autocompattatore, impugnata l’assoluzione del collega: la morte di La Cognata in appello

 
0

Gela. L’assoluzione venne pronunciata dal giudice di primo grado praticamente due anni fa.

L’operaio assolto in primo grado. E’ stata, però, la procura generale ad impugnare quel verdetto e a proporre appello. Così, torna davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta l’operaio Giuseppe Greco. E’ accusato di omicidio colposo. Era alla guida dell’autocompattatore che travolse un compagno di lavoro, Umberto La Cognata. L’uomo morì mentre era impegnato nel servizio di raccolta rifiuti nella zona di piazza Messico, a ridosso di via Venezia. L’incidente mortale si verificò nell’aprile di sette anni fa. In primo grado, però, caddero le accuse nei confronti dell’operaio finito a processo. Il giudice pronunciò un verdetto d’assoluzione con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. La difesa, rappresentata dall’avvocato Rocco Guarnaccia, sottolineò come l’imputato avesse adottato tutte le necessarie precauzioni alla guida del mezzo. I rilevatori che avrebbero dovuto segnalare la presenza o meno del collega sulle pedane posteriori, però, non sarebbero stati in funzione. Per questa ragione, Greco non si sarebbe accorto che il collega era intanto sceso per recuperare una bottiglia caduta in strada. La manovra di retromarcia fu fatale. Umberto La Cognata venne travolto e ucciso. Adesso, il caso ritorna davanti ai giudici. La procura generale, infatti, ha contestato le motivazioni della sentenza d’assoluzione. Nel procedimento, invece, sono parti civili i familiari dell’operaio morto, rappresentati dagli avvocati Maurizio Scicolone ed Enrico Aliotta. Uno dei testimoni chiamati a deporre verrà sentito a giugno.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here