Gela. Erano già pronti alla trasferta, per avviare una serie di sopralluoghi direttamente lungo il tratto di costa che dalla zona di Acate arriva fino a Bulala. La “terra dei fuochi”, più volte denunciata anche dagli operatori della Riserva orientata “Biviere”, adesso è tenuta in considerazione dai funzionari del Ministero dell’ambiente. Il blocco imposto dall’emergenza Covid-19 ha fatto saltare il viaggio, già pianificato dopo il tavolo di confronto che alcune settimane fa ha impegnato, a Roma, i deputati regionali grillini Nuccio Di Paola e Stefania Campo. Gli accertamenti previsti nel fine settimana sono solo rinviati, in attesa che l’emergenza venga superata. Sotto esame ci sono circa dodici chilometri di costa, a metà tra il territorio della provincia di Ragusa e quello locale, trasformati negli anni in discariche abusive, occupati dall’avanzata delle serre e attraversati da un’erosione che ne mette a rischio la sopravvivenza. Senza controlli, si sono susseguiti smaltimenti illeciti di rifiuti pericolosi e incendi appiccati per smaltire ogni tipo di sostanza, anche quelle usate nel ciclo agricolo. “Dopo la riunione ministeriale – spiega Di Paola – abbiamo avuto un riscontro quasi immediato dal Ministero dell’ambiente. E’ un segnale importante e i controlli verranno effettuati anche insieme al personale della capitaneria di porto. A causa dell’emergenza Coronavirus, c’è stato solo un rinvio”. Di recente, i pm della procura pare abbiano voluto acquisire particolari su ciò che si verifica in un’area sottoposta a vincoli. Emilio Giudice, tra i responsabili della Riserva “Biviere”, è stato sentito dai magistrati. Più volte ha denunciato i roghi che immettono in atmosfera sostanze pericolose e la presenza di discariche abusive.
Grandi quantitativi di plastica, usati nelle attività serricole, troppo spesso vengono smaltiti in spiaggia, un fenomeno fatto emergere dalla deputata Stefania Campo, che da anni monitora la situazione sul versante ragusano. “Abbiamo voluto che i controlli venissero effettuati in presenza di tecnici e non solo della politica – conclude Di Paola – perché riteniamo opportuno acquisire da subito dati ed elementi che possano condurci ad assumere provvedimenti a tutela di un’area che deve rinascere”. Il deputato, dopo l’incontro ministeriale, aveva spiegato che si cercherà di mettere a disposizione i fondi europei Fsc, 25 milioni di euro per il Biviere e 30 milioni per la bonifica di zone come quelle del Gattano e del Dirillo.