Gela. “Sono il capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale e nessuno mi ha invitato all’incontro organizzato dalla candidata Daniela Cardinale. Le precisazioni del consigliere Salvatore Gallo mi sembrano senza senso”. Carmelo Orlando fa trasparire la sua contrarietà davanti alla presa di posizione del compagno di partito, che sabato scorso ha partecipato all’incontro in città con Daniela Cardinale e Sicilia Futura, senza che i vertici locali del Pd venissero coinvolti. “Se Gallo è amico dei Cardinale e del deputato forzista Michele Mancuso, non può che farmi piacere – spiega ancora – nessuno può obbligarlo a non partecipare ad incontri pubblici. Una cosa è certa, noi non abbiamo niente contro la candidata Daniela Cardinale ma è chiaro che non siamo stati coinvolti”. “Darò comunque precedenza al Pd – aveva dichiarato Gallo alla nostra testata – non so se anche altri esponenti lo faranno. Alla direzione cittadina si è molto discusso delle vicende nazionali e spero che tutti possano convergere sui candidati del Pd e non su quelli di altri partiti, da Liberi e Uguali fino a Forza Italia”.
Le “ruggini” interne. Orlando, che guida il gruppo consiliare dem dopo l’addio di Vincenzo Cirignotta, cerca di allontanare il sospetto di un “ammutinamento” dei democratici locali alle urne, magari intenzionati a convergere su una sorta di voto di protesta, contro le scelte arrivate da Palermo e Roma. “Io sono un tesserato del Pd e voterò Pd – conclude il capogruppo – mi sembra una conclusione più che logica. Sono sempre stato leale con il mio partito. Probabilmente, Gallo non ha preso bene quanto accaduto nella vicenda della vicepresidenza del consiglio comunale. Sicuramente, dispiace avere come vicepresidente un esponente del centrodestra, eletto pure con i voti del centrosinistra, ma ognuno risponde delle proprie scelte”. In casa democratica, nonostante il segretario cittadino Peppe Di Cristina abbia tentato di smorzare i toni, l’acredine intestina ritorna a farsi sentire.