Gela. Il Consiglio di giustizia amministrativa, con una propria decisione, ha individuato tariffe idriche fin troppo esose applicate dai gestori privati del servizio, come accade anche in città. Un pronunciamento che la politica considera importante. Il deputato regionale dem Giuseppe Arancio ha deciso di chiedere che il governo Musumeci prenda una posizione netta. L’obiettivo, soprattutto, è impegnare i gestori privati a restituire le somme in più versate dagli utenti. “La questione, da molto tempo denunciata dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni di consumatori – si legge nel testo dell’interrogazione – attiene al costo abnorme del servizio idrico ritenuto inefficiente e privo di quegli interventi necessari alla corretta e funzionale erogazione. Il costo medio annuo dell’acqua nel 2019 a Caltanissetta, secondo i dati riferiti, sarebbe di 670 euro, a Enna di 750 euro e ad Agrigento di 470 euro, trattandosi, dunque, di somme ben superiori ai circa 400 euro pagati dalle famiglie dei Comuni del nord Italia”. La Regione ha partecipazioni azionarie in Siciliacque, che opera da grossista per le forniture alle aziende che gestiscono il servizio idrico. Anche per questa ragione, Arancio si rivolge al governo Musumeci.
“Se l’assessore è a conoscenza dei contenuti della sentenza citata e quali iniziative ha assunto o intende assumere nei confronti di Siciliacque circa gli effetti conseguenti sul sistema di tariffazione applicata nelle province di Caltanissetta, Enna ed Agrigento. Se, alla luce del pronunciamento della giustizia amministrativa, non ritengano opportuno, verificata la sussistenza dei presupposti giuridici – continua l’interrogazione – adottare ogni idoneo provvedimento atto a garantire il recupero delle somme ingiustamente versate dagli utenti per il servizio idrico e quali misure si intende predisporre per delineare con certezza un sistema tariffario equo e funzionale alla corretta erogazione”.