Gela. Il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Siciliano sono reduci dal tour a Malta, con annessi incontri istituzionali e foto di rito da distribuire. In città però non sembrano godere di “sana e robusta” costituzione, almeno politica. Anche nel corso dell’ultima seduta di question time, alla quale non hanno partecipato né il sindaco né il suo braccio destro, non sono mancate le bordate, arrivate sia dai banchi di centrodestra sia da quelli di centrosinistra. Addirittura, molto critica è stata anche l’indipendente Maria Pingo, nonostante la nomina di una legale a lei vicina, finita nel calderone degli incarichi elargiti da Messinese, che l’ha scelta per il nucleo controllo gestione. Il giro di nomine iniziato a ridosso della discussione in aula sulla mozione di sfiducia, poi affossata, continua a Palazzo di Città. Messinese e i suoi cercano di non scontentare nessuno, garantendo nomine e incarichi tecnici, anche ad ex amministratori delle passate sindacature. Al momento, però, non basta. Messinese e i suoi appaiono piuttosto isolati, in attesa probabilmente di stringere l’intesa politica che serva a non metterli ulteriormente all’angolo. Da Palermo, ancora si attende una risposta sui soldi che la Regione, guidata da Nello Musumeci, potrà assicurare a copertura del tanto esaltato accordo di programma, dossier in mano al vicesindaco Simone Siciliano praticamente dall’alba del suo insediamento in municipio. Davanti alla fabbrica Eni di contrada Piana del Signore, intanto, gli operai della Turco Costruzioni, nonostante pioggia, vento e freddo, cercano di votarsi al Dio-lavoro, che per ora gli ha proprio girato le spalle. Tanti sono convinti che quello degli edili della Turco sia solo uno dei fuochi che, da qui a qualche mese, riprenderanno a bruciare in fabbrica. Con la fine dei lavori della green refinery, anche metalmeccanici ed elettrostrumentali saranno in cerca del Dio-lavoro. Per il vicesindaco Simone Siciliano, la call lanciata da Invitalia, con circa quattrocento richieste di insediamento nell’area di crisi complessa, varrebbe circa un miliardo di euro e oltre settemila posti di lavoro. Per ora, tutto è riassunto nelle slide che sindaco e vice portano sempre con loro. Di concreto, come denunciato più volte dai sindacati, c’è veramente poco (senza considerare i sempreverdi 32 milioni di euro delle compensazioni). Il vento politico, in Sicilia ma anche in città, tira verso il centrodestra e dopo le urne del 4 marzo, anche il governo nazionale potrebbe tingersi degli stessi colori.
Ancora isolati o verso un accordo politico? Messinese, come fece prima delle regionali di novembre, potrebbe avvicinarsi di nuovo a quelli di centrodestra che anche in consiglio comunale stanno aumentando esponenzialmente i numeri. Il deputato regionale forzista Michele Mancuso ha detto però che il dialogo con la giunta, allo stato, è solo “istituzionale”. Però, se Messinese volesse avere porte più scorrevoli a Palermo, potrebbe decidere di approfondire la conoscenza, cercando un’intesa proprio con il centrodestra locale, che gode di un certo credito, soprattutto agli occhi del presidente Musumeci. Il centrosinistra attuale, invece, che si districa tra crisi di identità interne e scollamenti repentini, non sembra il cavallo buono, almeno per ora. I dem locali stanno cercando di non affondare e devono pure stare attenti al derby con quelli di Sicilia Futura. Le urne di marzo potrebbero riservare esiti infausti. Il sindaco e il suo vice, un pensiero al centrosinistra l’avevano pure fatto, ma Alternativa Popolare di Angelino Alfano si è rivelata la scelta peggiore (basta dare un’occhiata ai voti incassati). Nel marasma della sfiducia di dicembre, Messinese ha anche trovato il tempo di far visita al sindaco di Parma Federico Pizzarotti e ad altri ex grillini, che avrebbero intenzione di costruire un fronte “civico”, fuori dai partiti. Insomma, le idee politiche non sono chiarissime, mentre alcuni ex fedelissimi del sindaco hanno già trovato casa nel centrodestra del vicepresidente della Regione Gaetano Armao, al punto da sponsorizzare la candidata forzista Giusi Bartolozzi, compagna del numero due di Palazzo d’Orleans. Ai presidi organizzati dai lavoratori della Turco Costruzioni, tanti operai si chiedono come mai l’amministrazione comunale sembri quasi snobbarli. La protesta si è fatta più dura proprio mentre la delegazione gelese arrivava a Malta. Magari, tra qualche giorno, da Palazzo di Città arriverà un segnale anche per loro, che continuano ad attendere, sotto la pioggia e nelle notti di freddo pungente. Dall’entourage di Messinese arrivano notizie di accordi con i maltesi, a sugello di una missione che ha fatto tanto discutere (anche per la presenza della collaboratrice del sindaco appena premiata per il costante impegno con un’indennità mensile aggiuntiva). In attesa che i successi maltesi si concretizzino, in municipio si fa fatica a trovare i soldi per coprire le buche stradali, con il macigino di circa dieci milioni di euro di debiti sui rifiuti.
Per andare in trasferta e mangiare nei migliori ristoranti li trova il
Sig. MESSINESE. E mi sa che mangia pure bene!!!! La colpa e’ Solo di quei pagliacci che nn hanno votato la sfiducia!! Con lui al governo abbiamo
toccato il fondo, strade sporche e piene di buche.!! Nessun progetto!! VERGOGNATI!!
Dovrebbe ormai dimettersi…ha fallito sopra ogni fronte e inutile che cerca inciuci con la destra…tanto non lo vuole più nessuno! E stato un disastro x la nostra città ed ora vogliamo solo il meglio x noi….no lo scarto dello stato!!!!!
mi raccomando la prossima volta votiamo movimenti 5 ☆ o pd….loro si che in questi ultimi decenni hanno fatto riprendere la città di gela … viva messinese ,tutta la giunta e chi lo ha preceduto viva…