Gela. La direzione cittadina del Pd, convocata per lunedì prossimo, non
mancherà di regalare nuovi spunti in un intricato carniere, fatto di rivalità interne e animi non sempre così affiatati, anzi.
Vincitori e vinti. C’è già chi prevede che a pagarne le spese possa essere il capogruppo dem in consiglio comunale Vincenzo Cirignotta, in campagna elettorale impegnato a supportare il candidato crocettiano Ennio Di Pietro piuttosto che quello ufficiale del partito, il deputato uscente Giuseppe Arancio, alla fine rieletto. Sarebbe uno dei tentativi di far rispettare la legge del “vincitore”, anche se il trionfo dem in città è tutt’altro che scontato, soprattutto dopo la debacle di numeri alla regionali. Peraltro, anche tra i banchi del consiglio comunale sono tante le anime inquiete, per ora tutte schierate sotto il vessillo del Pd. “La linea del partito è sempre stata chiara – dice il consigliere dem Guido Siragusa – il gruppo consiliare deve essere in linea con quanto stabilito proprio dal partito. Non è il partito a doversi adeguare al gruppo consiliare. Mi pare piuttosto logico. Per il resto, noi siamo impegnati a ricostruire il centrosinistra cittadino perché puntiamo a vincere le prossime amministrative e non certo a stringere alleanze con questa giunta”.
Insomma, Siragusa, che insieme ad un manipolo di centristi negli scorsi mesi è entrato di gran carriera nel partito, sconfessa qualsiasi voce di possibili avvicinamenti al sindaco Domenico Messinese. “Tutte queste voci non fanno bene né alla politica né alla città – aggiunge – il Pd non è un partito che possa accontentarsi dei posti di sottogoverno. Abbiamo sempre mantenuto posizioni serie, anche quando per mesi si è parlato di mozione di sfiducia. Se è fallita, non è certo per nostra responsabilità. Il centrosinistra in città esiste e non può fare a meno del Pd. Noi, invece, possiamo certamente fare a meno di chi ha agito solo per azzerarci”. Se ne riparlerà lunedì pomeriggio, quando davanti al segretario cittadino Peppe Di Cristina e ai grandi vecchi, ripartirà la grancassa democratica.