Tagli ospedale, Mancuso "non ci sarà nessuna riduzione": documento, "sospendere rete"
Il sindaco Di Stefano ha coordinato, nel pomeriggio, gli interventi di pazienti, medici, sindacalisti, esponenti di associazioni e rappresentanti politici


Gela. Centinaia di posti letto persi dal 2000 a oggi. L'ospedale "Vittorio Emanuele", ancora adesso è al centro della disamina. Domani, il consiglio comunale è convocato in seduta monotematica, proprio sui tagli indicati nella rete ospedaliera avanzata dal governo regionale. Mercoledì, il caso Gela sarà in commissione all'Ars. Il sindaco Di Stefano ha coordinato, nel pomeriggio, gli interventi di pazienti, medici, sindacalisti, esponenti di associazioni, rappresentanti politici, c'erano i senatori Lorefice e Damante e i parlamentari Ars Di Paola, Mancuso e Scuvera. I numeri del nosocomio sono in diminuzione netta e la testimonianza delle donne pazienti oncologiche ha messo in risalto l'esigenza assoluta del "diritto alla salute". La stessa Breast Unit, punto di riferimento per il territorio, è ancora a scartamento ridotto quanto a numeri e personale. "Non si faccia terrorismo, non si vada alla guerra prima ancora che venga dichiarata - ha detto Mancuso - il documento dei sindaci è stato inoltrato all'assessorato regionale. Non ci sarà nessuna riduzione. Saranno assicurati tutti gli standard". Il parlamentare FI, di fatto, sembra fare da garante politico, essendo nella maggioranza del governo regionale, rispetto ai tagli che pare escludere a priori. Solo le prossime settimane diranno se perlomeno la soglia attuale verrà assicurata, senza mettere a repentaglio pazienti e personale. Il nosocomio locale però è in emergenza costante e "tanti ormai si recano a Vittoria o in altri ospedali della zona". Il consigliere mazzarinese di "Mazzarino Lab" Arena ha parlato invece di una mobilitazione che deve essere di tutto il territorio e non solo delle singole città che patiscono i tagli nei rispettivi nosocomi. Il capogruppo dem Orlando, responsabile medico del pronto soccorso dell'ospedale, ha ribadito che il nosocomio è ai minimi. "Non c'è più niente, salvo pochi posti per un numero ridottissimo di reparti", ha detto. "Se si perdono altri posti letto ci sarà un'ennesima riduzione di personale", ha ribadito. Il parlamentare Ars FdI Salvatore Scuvera ha invitato a mettere da parte i posizionamenti politici e a lavorare "per una proposta unitaria che garantisca dignità". All'unità tra politica e cittadini ha fatto richiamo il senatore Ketty Damante. Il documento finale, a conclusione della riunione odierna, andrà alla commissione sanità Ars, "l'unica che può esprimersi con effetti vincolanti". Nel documento si rimanda anzitutto all'atto critico rilasciato dalla Conferenza dei sindaci della scorsa settimana. "La città di Gela è stata dichiarata ad alto rischio ambientale e i dati sono superiori alla media nazionale quanto a patologie neoplastiche", è riportato nel documento. Dalla migrazione verso altre Asp allo "sdoppiamento" dell'Utin, mai avviata in città, ci sono anche questi punti alla base del no alla rete ospedaliera. "Il piano va sospeso e aggiornato con i dati reali a garanzia dei Lea. Va confermata la rete del 2019", è riportato. I posti in più attivati durante il periodo Covid vanno confermati, l'unica Utin va avviata in città, va portato avanti l'iter del nuovo ospedale, servono a pieno la neurologia, la stroke unit e l'emodinamica. Inoltre, il personale va assicurato sulla base delle esigenze reali del nosocomio. Tutti i reparti mai avviati vanno resi pienamente operativi. Il documento sarà trasmesso al civico consesso, per il monotematico di domani sera.