Gela. Per la stessa vicenda, il gip del tribunale di Catania, su richiesta della procura etnea, ha disposto l’archiviazione. Sulla scorta di quella decisione, davanti al giudice Antonio Fiorenza, le difese dell’ex dirigente del Comune Roberto Sciascia, di Saverio Di Blasi (presidente dell’associazione “Aria Nuova”) e di Emanuele Amato (che presiede l’associazione “Amici della Terra-Gela”), hanno sollevato l’eccezione per ottenere una pronuncia di improcedibilità, richiamandosi ad una sentenza della Corte Costituzionale. I tre sono a processo con l’accusa di diffamazione. Con uno striscione, esposto cinque anni fa nei pressi del palazzo di giustizia, lanciarono pesanti sospetti sulla gestione del servizio rifiuti, chiamando in causa l’allora sindaco uscente Angelo Fasulo e il commissario Ato Giuseppe Panebianco, che sono costituiti parti civili nel dibattimento (assistiti dagli avvocati Marco Granvillano, Antonio Gagliano e Rocco Scicolone). Il giudice si è riservato di valutare gli atti e scioglierà la riserva a settembre. Per i legali di difesa, gli avvocati Sergio Sparti, Salvo Macrì e Joseph Donegani, l’archiviazione disposta dal gip di Catania inciderebbe sul procedimento in corso, escludendo la rilevanza penale delle contestazioni mosse agli attuali imputati.
I legali delle parti civili, però, non sono convinti dell’interpretazione fornita, anche rispetto all’ipotesi di reato che è stata valutata dal gip etneo. Il pm Pamela Cellura non è parsa contraria alla richiesta di improcedibilità. A dibattimento è finita anche l’accusa che viene mossa solo a Di Blasi, per presunte minacce a Fasulo.