Gela. Lo scorso febbraio, venne condannato a sedici anni di reclusione a conclusione dell’udienza preliminare scaturita dalla maxi inchiesta antimafia “Agorà”. Adesso, il cinquantacinquenne Emanuele Palazzo, ancora sottoposto
al regime del carcere duro, ha deciso di impugnare la decisione davanti ai giudici della corte d’assise d’appello di Caltanissetta.
E’ stato il suo legale di fiducia, l’avvocato Michele Micalizzi, a chiedere che il caso del presunto capo di stidda venga nuovamente valutato dai giudici di secondo grado. Stando ai magistrati, infatti, sarebbe stato proprio il cinquantacinquenne a comandare sul gruppo scoperto a conclusione dell’inchiesta. Estorsioni e droga, soprattutto, ma anche danneggiamenti messi a segno in città.
La stessa decisione è stata assunta dal legale del giovane Alessandro Peritore, condannato a due anni dal gup Francesco Lauricella. Gli investigatori lo ritennero uno dei ragazzi nella disponibilità del presunto boss. L’avvocato Maurizio Scicolone, suo difensore, ha sempre sostenuto che il giovane non avrebbe mai fatto parte dell’organizzazione scoperta da magistrati e carabinieri.
A febbraio, il gup Lauricella emise nove condanne contro altrettanti presunti esponenti del gruppo locale di stidda. In appello, infatti, dovrebbero essere contestate le condanne emesse ai danni di tutti gli altri imputati.