Spread e politica. Una questione di credibilità dello Stato

 
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Gela. La formazione di un governo, in questi ultimi 90 giorni, è stata caratterizzata da un andamento altalenante dello spread con accuse rivolte direttamente agli esponenti politici nazionali. L’indecisione sulla formazione del governoavrebbe determinato l’andamento del mercato finanziario. Abbiamo voluto approfondire la questione interpellando Alessandro Morselli, docente di Economia internazionale e globalizzazione dei mercati, Università di Roma Unitelma Sapienza.
Alla domanda del reale rapporto tra spread e politica, Morselli replica affermando che
“il rapporto tra lo Spreade la Politica è legato alla necessità dello Stato di fare cassa cercando di non indebitarsi troppo”.
Ecco di seguito l’analisi del docente universitario Alessandro Morselli.

È possibile pensare che lo“Spread” sia in grado di condizionare la vita politica di una nazione? Purtroppo si. Se esistesse uno stato mondiale, considerato nel suo insieme, non avrebbe scambi commerciali con il resto dell’universo, non sarebbe indebitato, non avrebbe eccedenze, in poche parole la sua bilancia dei pagamenti sarebbe in equilibrio. Dopo tale ipotesi surreale vediamo che succede nel mondo reale.

Il debito della nazione. L’Italia ha un debito molto elevato (2302 miliardi di euro circa, ed è in crescita), pertanto per far fronte a tutte le spese che non sono coperte tramite il gettito fiscale ha necessità di richiedere un prestito emettendo obbligazioni (titoli di Stato) che all’acquirente assicurano un rendimento (interesse). Il riferimento è ai Buoni del tesoro poliennali (Btp) direttamente collegati allo “Spread”, che non è altro che il differenziale di rendimento tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi (differenza di rendimento tra i Btp italiani e i Bund tedeschi). Ed ecco che spunta, ancora una volta, il confronto con la Germania. I Bund tedeschi sono considerati i più sicuri tra i titoli di Stato, con basso rendimento, e per tale ragione vengono presi come riferimento. Se uno Stato è considerato solido allora le obbligazioni emesse sono valutate sicure e il tasso di interesse per piazzarli sarà basso; diversamente, se lo Stato non è considerato solido bisognerà convincere gli investitori all’acquisto attraverso un rialzo del tasso di interesse,andando ad aumentare il debito pubblico dello Stato in questione. Se i rischi di instabilità di un paese aumentano, come per l’Italia, lo “Spread” cresce, ciò vuol dire che quando si avvicina la scadenza dei Btp emessi l’Italia dovrà emettere degli altri Btp con interessi (rendimenti) più alti per convincere gli investitori all’acquisto.

La necessità di emettere titoli. Quindi, emettendo nuovi Btp, offrendo un tasso di interesse più elevato,il tutto, si ripercuote su un incremento del debito pubblico. In sintesi, il maggior rischio di instabilità che i mercati avvertono su un paese si traduce in un incremento del rendimento delle obbligazioni emesse e in più elevato costo del debito per lo Stato. Se un paese (esempio l’Italia) presenta un debito pubblico molto elevato i mercati possono considerare un rischio di default, pertanto richiedono rendimenti più elevati per ricompensare la percezione di un maggiore rischio di insolvenza, e tutto va ad incrementare ancora di più il debito pubblico, fino a quando si può arrivare al caso limite che un paese non sia in grado di far acquistare le obbligazioni emesse perché inaffidabili e divenute troppo onerose.
Il debito pubblico. Entra allora in gioco un elemento decisivo: il debito pubblico, ed è quest’ultimo che incide sul grado di affidabilità di un paese. Se uno Stato è considerato affidabile, poiché ha una contabilità ordinata, allora le obbligazioni emesse sono considerate sicure e possono essere collocate ad un tasso basso che non va ad incidere sull’aumento del debito pubblico (non è necessario scomodare J.M. Keynes, A. Sen o altre personalità per comprendere l’importanza dell’affidabilità).
Quindi, bisogna stare attenti anche alle promesse troppo fantasiose e prive di coperture finanziarie fatte dai politici. Se si promette la “luna nel pozzo” gli investitori cominciano a dubitare sull’affidabilità di un paese e potrebbero anche rinunciare ad acquistare le sue obbligazioni.
Le influenze degli stati europei. Di conseguenza, un paese che per forza deve piazzare le proprie obbligazioni sarà costretto ad assicurare rendimenti più elevati, indebitandosi ancora di più. Questo è quanto, e non c’entra nulla l’Europa, l’euro, la Germania…come alcuni vogliono far credere!
Questa è l’incredibile sfida del debito pubblico e ciò che rivela della natura umana, vale a dire un pericolo mortale quando sfugge a qualsiasi controllo, fonte di vita, di passione, quando è gestito bene.

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