Gela. E’ definitiva la condanna imposta al sessantenne Luigi La Cognata, con diversi precedenti penali alle spalle. Lo scorso giugno, al termine del giudizio abbreviato, il gup del tribunale di Caltanissetta lo ha riconosciuto colpevole del reato di tentato omicidio. Sparò contro un quarantenne, Antonio Fabio Argenti, rimasto ferito tra le palazzine dello Iacp a Scavone, probabilmente al culmine di dissidi. Il giudice non ha invece individuato gli estremi dell’aggravante mafiosa, contestata dai pm della Dda di Caltanissetta. La difesa, sostenuta dal legale Angelo Cafà, ha, a più riprese, messo in discussione la dinamica dell’accaduto, negando la volontà di uccidere da parte dell’imputato. Il gip del tribunale nisseno ha intanto rilasciato un’ordinanza di rideterminazione della pena, a tre anni e otto mesi di reclusione, a fronte degli iniziali quattro anni e cinque mesi. La procura, nella requisitoria, aveva indicato dodici anni di detenzione.
A gennaio, invece, è previsto il giudizio di appello per un altro imputato, a sua volta condannato per tentato omicidio rispetto ai fatti di Scavone. Si tratta del quarantenne Calogero Pirrone. Per lui, la pena è stata definita a quattro anni di detenzione. La difesa, con il legale Angelo Cafà, ha formalizzato il ricorso. Ritiene che Pirrone non abbia avuto alcun ruolo in quei fatti ricostruiti dai magistrati e dai carabinieri. Secondo l’accusa, avrebbe spalleggiato La Cognata. L’imputato lo ha sempre negato. In primo grado, per entrambi, è venuta meno la contestazione sulla disponibilità dell’arma ed è stata riconosciuta l’attenuante della provocazione. Saranno i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, a fine gennaio, a vagliare i contenuti del ricorso. Argenti ha invece patteggiato per il capo d’accusa di favoreggiamento.